Il recente aumento dei casi

In Cina, il numero di casi di Covid-19 è recentemente aumentato, superando il massimo mai raggiunto durante le scorse ondate secondo i dati ufficiali pubblicati. Quasi 30mila in media secondo gli ultimi dati. Il 24 novembre, un incendio che ha causato la morte di 10 persone nella regione dello Xinjiang (nello specifico, nella città di Ürümqi) ha scatenato un'ondata di rabbia per la politica «zero covid» del governo di Pechino.

Dove sono scoppiate le rivolte

È difficile tenere sott’occhio dove sono scoppiate le rivolte, soprattutto per la difficoltà di reperire informazioni. Sono almeno 18, secondo il Financial Times, le città in cui si sono svolte proteste nei giorni scorsi.

La campagna vaccinale?

Secondo i dati di agosto 2022, la percentuale di adulti over 60 in Cina che aveva una dose booster era del 67 per cento, bassa rispetto a Usa (70 per cento), Germania (85) o Giappone (90 per cento).

Più restrizioni, ma fino a quando?

I casi di Covid in Cina stanno aumentando e si sta avvicinando il picco raggiunto durante la prima ondata dell’aprile di quest’anno. A novembre, secondo Gavekal Research, il numero di città che era in quarantena è arrivato allo stesso livello di quello registrato nella scorsa ondata. Non solo, osservando i dati dell’Oxford Stringency Index (un indice ideato da ricercatori dell’università di Oxford e che sintetizza quanto rigide sono le politiche di contenimento della pandemia intraprese dai vari governi) la Cina è sempre stata fra i paesi con le politiche più rigide per bloccare la diffusione del virus. E, come mostra il grafico centrale di questa pagina, lo è tutt’ora. A prescindere dal tasso di vaccinazione della popolazione che, seppure con lentezza, è oggi diverso (e più alto) rispetto a quello di aprile del 2022. Secondo le notizie più recenti però, il governo ha intenzione di allentare alcune misure e implementare un nuovo programma di vaccinazione per la popolazione più anziana in tutte le province.

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