Il premier Conte ha dichiarato come sia compito del governo consentire per Natale «il cosiddetto shopping». I dati sintetizzati in questa pagina evidenziano come la preoccupazione più grande delle famiglie sembra non essere tanto lo shopping natalizio, quanto arrivare alla fine del mese. Le famiglie italiane intervistate dichiarano infatti che si aspettano di spendere il 36 per cento in meno rispetto all’anno scorso questo natale. Le ragioni sono una fortissima incertezza riguardo al futuro (44 per cento) e un altrettanta forte riduzione del reddito (34 per cento). I dati sono la fotografia di un paese tra i più economicamente colpiti dalla pandemia. Il Fondo monetario ha stimato una contrazione attesa del Pil di circa 10 punti percentuali per il 2020. E non è un caso che alla contrazione dei redditi più profonda dalla Seconda guerra mondiale segua un amento della povertà. Se nel 2019 si stimava che la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale fosse il 26 per cento, contro il 17 e 18 per cento di Francia e Germania rispettivamente, i dati più recenti non potranno che peggiorare. La fondazione progetto Arca, uno dei principali distributori di generi alimentari per i più bisognosi, nel mese di marzo aveva distribuito pacchi viveri a 467 famiglie. Nel mese di novembre il numero è arrivato a quasi 1.100 famiglie. Anche il Banco Alimentare ha visto un aumento delle richieste di pacchi viveri del 40 per cento da inizio pandemia (fonte Linkiesta). In breve, questo Natale, il tema principale non è proprio lo shopping, quanto la povertà.

 

© Riproduzione riservata