Gli aiuti al paese invaso

Il think tank Kiel pubblica settimanalmente le stime sugli aiuti militari, finanziari e umanitari che diversi governi si sono impegnati a trasferire all’Ucraina. Da gennaio 2022 all’ultimo aggiornamento (4 ottobre), gli Stati Uniti hanno allocato oltre 50 miliardi (0,2 per cento del Pil). Le istituzioni europee poco più di 16 miliardi. Paesi come l’Italia, la Francia e la Germania hanno poi impiegato altre risorse pari a circa lo 0,1 per cento del rispettivo Pil. 

Cosa pensano gli ucraini?

Molto si è detto di cosa pensano gli europei e gli italiani rispetto al conflitto, ma cosa pensano gli ucraini? I dati a disposizione sono pochi, ma un recente sondaggio effettuato dalla società Gallup mostra alcune posizioni interessanti. Innanzitutto, per gli ucraini che pensano che il paese debba combattere fino alla vittoria, la definizione di “vittoria” è molto chiara: circa nove cittadini su dieci (il 91 per cento) ha affermato che la vittoria comporterebbe la riconquista da parte dell’esercito di Kiev di tutto il territorio che la Russia ha conquistato dal 2014 in poi. Inclusa, quindi, la Crimea.

Inoltre, il sostegno a combattere è più forte nelle regioni più lontane dalla guerra, mentre è più debole nelle zone del paese dove le persone sono più vicine ai combattimenti. Il sostegno allo sforzo bellico è alto nella capitale del paese, Kiev (83 per cento), nelle regioni occidentali e centrali (82 per cento e 78 per cento) dell’Ucraina. Il dato è, invece, più basso si registra tra gli abitanti delle zone orientali (56 per cento) e meridionali (58 per cento).

Gli italiani e l’indifferenza

Da quando è iniziato il conflitto tra Ucraina e Russia, la percentuale di italiani nei sondaggi  che afferma che il nostro paese è dalla parte dell’Ucraina è in continua diminuzione.

L’invio di armi

Secondo i dati più recenti, tra 14 paesi europei l’Italia è quello con la percentuale più bassa di persone che vorrebbero un aumento della fornitura di nuove armi all’Ucraina.

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