Un trentenne italiano è vissuto sotto 20 governi. Il suo coetaneo tedesco per ora ne ha visti solo 8. Dalla nascita della Repubblica italiana nel 1948 a oggi sono 65 i governi che si sono susseguiti alla guida del paese, con una media di 1,1 anni per esecutivo. I primi ministri son stati invece «solo» 29. I numeri appena elencati sottolineano ancora una volta la peculiarità, tutta italiana, dell’instabilità politica.

Se è vero dunque che in Italia le crisi politiche sono un anno sì (e quello dopo pure) possiamo provare a guardare cosa dicono alcuni dati sulla crisi politica in corso in questi giorni.

Andrew Medichini/AP

Le ricerche su Google

Possiamo infatti provare ad approcciare questa crisi in un modo nuovo. I dati delle ricerche di Google possono venirci in aiuto. Il più grande e noto motore di ricerca del mondo mette a disposizione uno strumento, chiamato Google Trends, che permette di conoscere la frequenza con cui determinati termini sono oggetto di una ricerca. Per esempio, possiamo analizzare come sono evolute le ricerche sulla stessa coppia di parole «crisi di governo». Oppure quella dei principali attori che, almeno fin qui, sono i protagonisti della crisi politica in atto: Sergio Mattarella, Giuseppe Conte e Matteo Renzi.

I grafici di questa pagina evidenziano le principali tappe degli ultimi anni, e dell’ultima settimana, dei tre personaggi individuati. Si può notare come l’interesse per il presidente della Repubblica salga a ogni capodanno, in occasione del suo tradizionale discorso, e quando vi è un cambio di governo. Stessa cosa per quanto riguarda le ricerche sul premier Conte, quasi sconosciuto prima del suo incarico per il governo verde-giallo nella primavera del 2018.

Google non dimentica inoltre la nottata del 4 dicembre 2016, giorno in cui il referendum costituzionale promosso dal governo Renzi viene bocciato dagli italiani e da qui si innesca la conseguente crisi di governo. È interessante infine notare come nell’ultima settimana si siano impennate le ricerche sia per quanto riguarda Renzi sia per quanto riguarda il premier Conte. Soprattutto durante la giornata di mercoledì, quando c’è stato lo strappo finale fra governo e Italia viva con la conferenza stampa di quest’ultima.

La reazione su Facebook

Passiamo a un altro dato che ci aiuta a sintetizzare quello che sta succedendo. Utile e interessante è dare un’occhiata a come è stata la reazione dei social alla conferenza stampa di Matteo Renzi e alle seguenti reazioni dei vari politici su Facebook.

La conferenza stampa di mercoledì pomeriggio, con la quale sono state ufficializzate le dimissioni delle ministre di Italia viva ha raggiunto in pochi minuti 200mila visualizzazioni. Arrivando poi al picco finale di 700mila visualizzazioni.

Ma non c’è solo questo dato da tenere conto su Facebook. Ogni post e ogni diretta infatti può essere commentata dagli utenti anche utilizzando delle emoticons, che possono esprimere un sentimento. Nello specifico gli utenti possono esprimere sette reazioni emotive, che vanno dal sottolineare se quello che vedono piace o fa arrabbiare.

Il video della diretta è stato commentato da quasi 50mila persone e hanno espresso un «sentimento» circa 20mila utenti. Il 44 per cento delle reazioni sono state fatte per esprimere un dissenso (rabbis) e il 49 per cento ha condiviso una reazione positiva durante la conferenza stampa dell’ex premier.

Bisogna ovviamente ricordare che chiunque può avere accesso alla pagina social di Renzi e commentare quello che vede, non solo i suoi sostenitori. Ma è giusto anche sottolineare come la decisione di strappare con il governo Conte abbia portato a reazioni contrastanti.

Non solo Renzi

Allargando la lente all’intero parco politico presente su Facebook, possiamo vedere come nelle ultime 48 ore i post dei politici hanno avuto molte interazioni da parte dei loro sostenitori. Se la diretta di Renzi ha contato quasi 20mila reazioni, i post pubblicati da Giorgia Meloni e Luigi di Maio hanno collezionato più di 40mila reazioni, quasi tutti di sostegno alle dichiarazioni dei rispettivi leader (per entrambi quasi il 95 per cento delle reazioni era positivo).

Anche la dichiarazione pubblicata da Matteo Salvini sul suo profilo, con la quale chiedeva le dimissioni immediate del premier Conte, ha collezionato più di 40mila reazioni.

Il segretario del partito democratico, che ha una presenza nettamente inferiore degli altri politici su Facebook, ha ricevuto poche interazioni (quasi 10mila) e per la quasi totalità (90 per cento) positive.

Nuova crisi, nuovi dati

I dati descritti in questa pagina possono aiutare ad approcciare l’ennesima crisi di governo in un modo diverso dal solito. Un approccio che aiuta a capire come gli italiani discutono, esprimono e cercano la politica.

 

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