Da gennaio a novembre del 2021, l’Ue e il Regno Unito hanno importato combustibili fossili dalla Russia per un valore di oltre 146 miliardi di dollari. I principali paesi sono stati Germania, Paesi Bassi (che in gran parte li ri-esporta), Italia, Polonia e Francia. In Italia la cifra è pari a 14,8 miliardi. Molti paesi europei sono dipendenti dall’estero quando si parla di energia: secondo i dati Eurostat, la quota delle importazioni dell’Ue dalla Russia varia rispettivamente dal 26 per cento per il petrolio greggio al 41 per cento e al 46 per cento per il gas naturale e i combustibili solidi. Secondo un’analisi pubblicata sul sito economico Vox.eu, qualora in futuro le riduzione di importazioni di combustibili fossili da parte dell’Ue nei confronti della Russia si avverasse (con una diminuzione che va dal 40/60 al 70/90 per cento nei prossimi anni), nel 2030 la perdita cumulata di introiti per la Russia supererebbe i 1,4 trilioni di dollari.

 

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