Amare sembra essere diventato sempre più difficile. Le trasformazioni intervenute nel corso degli ultimi quarant’anni hanno coinvolto anche l’immaginario dell’amore. In uno studio realizzato da Koontz nel 2017 (Contemporary college women’s negotiations of princess culture and the “reality” of romantic relationships) le giovani intervistate rifuggivano da una visione stereotipizzata dell’amore e sottolineavano la necessità di impegno e disponibilità tutti i giorni l’uno verso l’altro.

Eva Illouz (sociologa e studiosa delle trasformazioni della vita emotiva ed amorosa) sottolinea che si va affermando una visione dell’amore “sostenibile”, che implica un abbassamento dei toni romantici e la necessità di un costante impegno dei partner. Questa visione sostenibile dell’amore lascia spazio ad alcuni nervi scoperti nelle relazioni: la dimensione sessuale e l’esigenza di amore intenso, la ricerca di applauso e la dimensione del “noi”, l'indipendenza e il desiderio di riconoscimento, sono tutti aspetti in conflitto capaci di generare tra le persone radicali divisioni e distanze.

Il nuovo ordine amoroso assume contorni meno romantici: ci troviamo di fronte a un immaginario dell’amore sempre più fluido, dove le relazioni sono caratterizzate dalla difficoltà di stabilire legami forti e duraturi. Amore liquido, lo definiva Bauman. Molteplici sono i fattori che entrano in gioco: impegno, fragilità, senso di paura, complessità relazionale, dimensione dell’io. Bauman chiama “connessioni” e non relazioni i rapporti di oggi. Sottolinea che l’incedere dell’individualismo spinge a soddisfare necessità ondivaghe, generando emozioni che non durano a lungo. L’amore di cui parla Bauman è un conflitto permanente tra il desiderio di vivere emozioni e la paura di legarsi effettivamente a qualcuno.

Relazioni negative

Ma che cosa rende fragile un rapporto secondo gli italiani? Dai dati dell’osservatorio centro studi Legacoop – Ipsos di maggio 2023 emerge che i fattori che rendono friabili i legami sono, innanzitutto, l’egoismo dei singoli (85 per cento), la mancanza di comunicazione (84 per cento), la difficoltà di assumersi le proprie responsabilità (83), ma anche l’incapacità di adattarsi all’altro (83) e l'inadeguatezza delle persone nel fare dei sacrifici (83 per cento). La mappa dei fattori di fragilità relazionale è composita e all’indice ci sono anche fattori legati alla contemporaneità come i problemi economici (80 per cento) e il pervadente senso di insicurezza che attraversa le persone (78). A generare le difficoltà relazionali sono anche gli elementi comportamentali. In primo luogo è forte il tema delle violenze domestiche di cui, purtroppo, sono sempre vittime le donne (77 per cento).

Sulla coppia (a prescindere che sia etero o gay) pesano spesso, secondo gli italiani, la crisi degli individuo (77), la mancanza di progettualità (71), la noia e il calo della passione (78), i tempi di lavoro (68), nonché l’eccesso di stimoli esterni (66) o il desiderio di sperimentare emozioni nuove (70). La fragilità relazionale può trovare anche ragioni psicologico-affettive, come la difficoltà a legarsi a un luogo (77), oppure la perdita dei valori tradizionali (71).

La paura del tradimento (65), la disparità di potere economico (sempre sbilanciato a favore degli uomini) è segnalata dal 63 per cento, così come la perdita di status sociale (54) chiude il quadro dei temi che generano la fragilità delle relazioni. Eva Illouz in La fine dell’amore definisce l’affettività contemporanea come marcata da relazioni negative (relazioni che finiscono molto rapidamente o non si stabilizzano). Per la sociologa si tratta di un processo sociale storicamente nuovo ed è il risultato «del fatto che la libertà è diventata il valore cardinale che comanda le relazioni».

Siamo di fronte a processi di analfabetismo emotivo-relazionale che portano spesso all’incapacità nel confrontarsi autenticamente e pienamente con l’altro. Un costante oscillare tra il desiderio di incontrare l’altra persona da cui siamo attratti e l’incapacità di farlo realmente, che genera una continua ricerca di appagamento, senza essere mai sicuri di essere soddisfatti. Una condanna non solo alla fragilità, ma espone anche al rischio di infelicità.

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