La polifonia di crisi con cui le persone si trovano a fare i conti (inflattiva, sanitaria, energetica, ambientale, sociale ed economica) genera uno stato di tensione costante e la sensazione di vivere all’interno di un permanente processo di transizione che, senza soluzione di continuità, fa passare le persone da una fase complessa all’altra. Un susseguirsi e sovrapporsi di fattori di pressione che inducono le persone a un costante sforzo di adattamento e ridisegno delle proprie prospettive, senza garanzie di vie d’uscita e con la certezza dell’impossibilità di un ritorno indietro.

Una dinamica avvolgente che costringe le persone a vivere in una sorta di sindrome di Sisifo, in cui speranza di luce e riannuvolarsi dell’orizzonte si rincorrono in un incedere randomico, che riduce le possibilità di progettazione e di visione di lungo periodo, facendo ripiombare le persone sull’istante, sulla necessità di cogliere il momento, di godere l’attimo.

Le paure

I timori che sopravanzano nel paese sono soprattutto sei: l’incapacità di controllare un aumento dei prezzi (44 per cento), la possibilità di una forte recessione economica (38,5 per cento), la crescita del numero delle aziende che per le difficoltà cercheranno di ridurre il numero dei dipendenti (38,1 per cento), l’insediarsi di una stagione di stagnazione economica prolungata (27,3 per cento), il crollo delle finanze pubbliche sopraffatte dall'accumulo del debito (22,9 per cento) e la chiusura di grosse e importanti imprese nel paese (21,4 per cento).

Come novelli Sisifo le persone sentono di aver spinto il più possibile il masso del Covid, ma nel momento in cui avevano raggiunto la vetta, il masso è ripiombato verso il basso con l’esplodere della guerra. Anche in quel caso, dopo le prime settimane di apprensione, la risalita, complice un tacito adeguamento agli orrori della guerra, sembrava avviata; ma ecco ripiombare in basso il masso, con l’aumento del costo dell’energia e con lo scatto inflattivo.

La ricerca della leggerezza

La sindrome di Sisifo non è un sentimento di resa, è uno spirito tenace di resistenza e volontà di ripresa. È la voglia di uscire dalle nebbie, di riconquistare lo spazio di luce e di speranza, è impegno, energia, non solo resilienza. Ma, come in ogni partita in cui di fronte a sé c’è una salita, si innesta la marcia più bassa, ci si pone in una posizione di difesa.

Contro il cielo plumbeo le persone avvertono il bisogno di tirare il fiato, di riprendersi spazi di serenità. Lo spirito di adattamento, la tensione a conciliare l’incremento dei prezzi con i desideri di piacere, la fatica per far quadrare le cose senza troppe rinunce e il ridisegno delle priorità, marcano i sentimenti del momento.

Come ogni fase di questo tipo, in risposta al peso raziocinante del fare i conti con la realtà, le persone ricercano momenti di leggerezza e spensieratezza. Istanti di rasserenamento e distensione per i quali sono pronti a sacrificare qualche risparmio. La fluidità è diventata il must, in cui ripensamento e rinuncia, fanno il paio con vaporosità e ricerca di nuove soddisfazioni.

Il 25 per cento degli italiani avverte l’assoluto bisogno di leggerezza. Sono soprattutto i millennial e la generazione X (29 per cento) a ricercare un nuovo senso di libertà. Dentro questa dinamica crescono le spinte alle dimensioni colorate, vivaci e audaci. L’eclettismo la fa da padrone, come il mix tra moderno e antico, tra nostalgia e ambientalismo. Le emozioni vogliono fuoriuscire, non ne possono più di essere rinchiuse nei lockdown individuali, nei freni del non posso, nelle ingabbiature dei prezzi. Le emozioni vogliono tornare ad esprimersi e cercano strade per sbocciare.

Allo stesso tempo il peso delle dinamiche e del portato degli ultimi anni si fa sentire. Le persone avvertono la necessità di un po’ di calma e tranquillità (54 per cento, in crescita di un punto rispetto al 2021), di aumentare il proprio potere di acquisto (33 per cento, più di 11 punti rispetto al 2021) e di conquistare una maggiore situazione di sicurezza (45 per cento). Parsimonia e leggerezza, pace e sicurezza, aumento degli stipendi e controllo delle spese, sono i leit motiv (a volte ossimorici) che marcano le sensazioni e che danno il tono dell’intensità e della complessità di questa fase di transizione permanente.

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