Gli adolescenti sono sempre più dipendenti da internet: il 65 per cento di loro ritiene di farne un uso smodato. Cresce il numero di ragazzi e di giovani che soffrono di ansia e di depressione. Credono nella famiglia e nell’amicizia, ma si sentono sempre più distanti dal mondo degli adulti, in una frattura generazionale che rischia di allargarsi ulteriormente per colpa dei social. Preferiscono relazionarsi con i loro coetanei, ma comunque hanno difficoltà a costruire rapporti solidi.

È il ritratto che esce da un’indagine statistica effettuata dall’istituto Demopolis, in collaborazione con l’impresa sociale Con i bambini, e presentata oggi, giovedì 8 giugno. 

La convinzione diffusa è che manchino la sinergia e la fiducia fra generazioni diverse. Sia gli adulti sia gli adolescenti ritengono che il loro rapporto si basi innanzitutto sull’impossibilità di capirsi fino in fondo: lo pensa il 45 per cento dei genitori e il 54 per cento dei giovani intervistati.

Per il 62 per cento dei ragazzi gli adulti non capiscono quanto differente sia la contemporaneità. Non comprendono idee (46 per cento), quotidianità online (41 per cento), ma anche desideri, passioni, priorità (37 per cento) e sentimenti (36 per cento).

Soli e incompresi

È una tendenza che ha alla base molte ragioni, ma è indubbio che i social network abbiano contribuito a creare un solco difficile da colmare fra genitori e figli.

Tutto questo è ancora più evidente nell’ambiente scolastico, dove i ragazzi passano gran parte del loro tempo. Solo il 3 per centro degli intervistati dice di condividere i propri problemi con gli insegnanti.

La conseguenza è che i ragazzi si siano ormai abituati a sfogarsi principalmente con i coetanei: l’indagine mostra come il 79 per cento degli intervistati preferisca parlare delle proprie difficoltà con gli amici invece che con gli adulti, siano questi genitori o insegnanti.

Quasi un terzo degli intervistati ha serie difficoltà a parlare di sé e a condividere i propri pensieri: le ragioni principali si possono trovare nella paura di essere giudicati o, comunque, non compresi.

L’ascolto che manca

Nonostante i ragazzi vedano nei loro coetanei degli interlocutori privilegiati –specialmente rispetto agli adulti – la dimensione relazionale è comunque complessa, ed è soprattutto difficile creare rapporti sinceri e utili per la loro crescita.

E la colpa sarebbe soprattutto della pandemia che ha costretto a casa tutti i ragazzi italiani privandoli dei momenti di socialità per diversi mesi. Molti ragazzi hanno accumulato difficoltà di cui ancora non sono riusciti a liberarsi: il 35 per cento degli adolescenti intervistati ha dichiarato di avere problemi a socializzare. 

Tutto ciò ha contribuito al diffondersi dell’ansia fra i giovani e all’incremento dei casi di depressione. Appena tre ragazzi su dieci ritengono che gli adulti abbiano oggi gli strumenti adeguati per affrontare il disagio giovanile.

Quale potrebbe essere la soluzione? Secondo il 53 per cento degli intervistati, basterebbe ascoltare di più i ragazzi.

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