Dopo settimane in cui circolano le bozze del decreto Lavoro, con il consiglio dei ministri già fissato per il primo maggio, all’ultimo il governo ha deciso di convocare le organizzazioni sindacali per le 19 di domenica 30 aprile, alla vigilia della festa dei lavoratori e appunto del consiglio dei ministri che dovrebbe varare il decreto Lavoro. La convocazione è arrivata alle principali organizzazioni del lavoro verso le 14. 

Il provvedimento che il governo dovrebbe varare il giorno della fes ta dei lavoratori contiene la riforma- taglio del reddito di cittadinanza, le nuove norme che liberalizzano le causali per l’utilizzo dei contratti a termine e, misura bandiera con cui l’esecutivo cerca di accontentare i sindacati e che nelle intenzioni del governo dovrebbe essere l’asse portante del cdm, il nuovo taglio al cuneo fiscale. 

La promessa virata sui fringe benefit

A questi provvedimenti il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha aggiunto oggi anche l’idea di aumentare il tetto dei fringe benefit esentasse per chi ha figli. Un modo probabilmente per ovviare al problema della mancanza di risorse per mantenere le promesse fatte filtrare appena qualche giorno fa di un taglio delle tasse per chi ha figli. E tuttavia la misura non può essere un aiuto per tutti, considerato che solo alcune aziende, solitamente le più grandi per dimensioni, utilizzano i fringe benefit e che riguardano solo una parte dei lavoratori. 

Appena qualche decina di minuti prima che la convocazione da parte del governo venisse resa nota, la segretaria del Pd Elly Schlein aveva diffuso una nota in cui attaccava l’esecutivo per non aver coinvolto le organizzazioni sindacali: «Il 1° maggio il governo ha annunciato l'intenzione di approvare un "decreto lavoro" che interverrà su questioni di grande rilevanza come il taglio del cuneo fiscale, le regole del lavoro a termine e le politiche contro la povertà. I contenuti del provvedimento sono stati definiti senza aver minimamente consultato le organizzazioni sindacali. Un decreto lavoro scritto senza dialogare con le organizzazioni che i lavoratori li rappresentano è una contraddizione evidente, l'ennesimo passo falso di un esecutivo che preferisce la propaganda unilaterale al confronto con le parti sociali». 

Poi la convocazione, alle 19 di sera di domenica, alla vigilia del primo maggio e del consiglio dei ministri. 

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