Il problema. Il nostro paese soffre di forti disuguaglianze di genere: le donne italiane sono penultime per tassi di occupazione e prime per carico di cura tra i paesi europei. L’Italia è distaccata anche dai cosiddetti ‘paesi latini’ come la Spagna che pur partendo da condizioni economiche e storiche di svantaggio ha fatto enormi progressi: la rappresentazione politica femminile è già da un decennio al 40 per cento contro il nostro 11 per cento. Questa discriminazione strutturale ha costi sociali ed economici oramai insostenibili e non si può scegliere un intervento rispetto a un altro. Le ricerche dimostrano che le misure devono essere realizzate nel loro insieme per essere efficaci e quindi di base c’è bisogno di un forte cambiamento culturale. 


Cosa proponiamo? 

Gli interventi da fare sono noti, si concentrano nel campo del lavoro, della salute e della formazione, ed è proprio quest’ultima a fare la differenza. La formazione alla parità si basa fondamentalmente sul contrasto agli stereotipi di genere che sono estremamente diffusi in modo sia esplicito che inconsapevole e formano la base dei persistenti divari di genere che osserviamo nella vita sociale ed economica (ad esempio nell’istruzione e nelle scelte scolastiche, nel mercato del lavoro, nella rappresentanza politica e nella divisione del lavoro nelle famiglie). Serve quindi un piano di formazione alla parità che coinvolga in primis i decisori politici. 


Come funziona negli altri paesi

In Svezia con un investimento di 12 milioni di euro, poi aumentati di altri 22, considerati i risultati positivi, è stato promosso un piano di formazione alla parità per 66 mila tra rappresentanti e funzionari degli enti locali e sono stati realizzati 87 progetti. L’idea di base è semplice servizi che considerano gli interessi delle donne sono servizi comunali migliori. In Andalusia il governo regionale redige dal 2005 un bilancio di genere che possa essere di indirizzo alle politiche regionali. In Grecia si è deciso di formare le donne elette nei consigli comunali, tre donne per ogni consiglio comunale, per un totale di 1500 persone sono state formate.


Quanto costa

Il costo di questi progetti è limitato perché riguarda principalmente la formazione dei formatori, sono costi che sarebbero compensati dall’aumento della partecipazione delle donne alla vita sociale ed economica del paese


Impatto atteso

Rendere consapevoli i decisori dei loro pregiudizi, della complessità di incentivi e disincentivi su cui si basano le scelte quotidiane di una famiglia, riequilibrare le politiche pubbliche pensate a favore degli uomini


Questa è la decima e ultima delle proposte del programma di Domani, le altre potete leggerle qui. 

© Riproduzione riservata