Secondo la procura di Milano, le tangenti non consisterebbero in bonifici o valigie di contanti, ma in pezzi di giacimenti petroliferi, che in teoria garantiscono rendimenti costanti nel tempo. Quando l’Eni verserà gli 11,8 milioni per il patteggiamento, non si potrà più dire che la procura di Milano si accanisce sulla società spendendo tempo e risorse in indagini che non portano a nulla
- Il 18 novembre del 2013 il Congo rinnova all'Eni quattro licenze per l’estrazione di petrolio. Al contempo, però, Eni cede alla Aogc quote comprese tra l’8 e il 10 per cento di questi quattro giacimenti.
- Per la procura di Milano si profila un presunto scambio del rinnovo delle quattro licenze petrolifere Eni con le quote di partecipazione in quegli stessi giacimenti alla Aogc riconducibile a pubblici ufficiali congolesi collegati al presidente Sassou Nguesso.
- Secondo la procura di Milano, lo schema prevedeva anche la «retrocessione di una parte della tangente».
Esattamente il day after della sentenza di primo grado del tribunale di Milano che ha assolto «perché il fatto non sussiste» la società e i suoi manager dalle accuse di presunta corruzione in Nigeria, giovedì scorso l’Eni ha annunciato ufficialmente di aderire all’ipotesi di sanzione concordata avanazata dalla Procura di Milano nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta corruzione internazionale inerente alcune attività petrolifere in Repubblica del Congo. La richiesta «In seguito alla derub
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