Cosa si nasconde dietro alla vendita dello stabile in via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio? Per l’azienda serve a recuperare le risorse necessarie al pagamento degli stipendi, ma per gli attivisti del Collettivo di Fabbrica il rilancio della fabbrica non è mai stato nei piani dell’azienda
Quella dell’ex Gkn di Firenze sembra una storia infinita, e molto in questa storia sembra ruotare intorno alla vendita dello stabile in via Fratelli Cervi a Campi Bisenzio. Che per l’azienda serve a recuperare le risorse necessarie al pagamento degli stipendi, mentre per il collettivo di Fabbrica, che ha passato al vaglio i bilanci del 2021, 2022 e 2023, l’operazione ha tutta l’aria di una speculazione immobiliare.
L’azienda è la Fiducia nel futuro della fabbrica a Firenze Spa, nota anche come Quattro F Spa e fa parte del gruppo Borgomeo. Nel 2021 compra il 100 per cento della Gkn Driveline Firenze.
Tre anni dopo, nel 2024, la Quattro F vende l’immobile a due società legate alla sua proprietà, la Tuscany Industry Srl e la Sviluppo Immobiliare Toscana Srl, entrambe costituite nel 2023.
Sarà il liquidatore di QF a dichiarare che si tratta di una vendita infragruppo, cioè ad aziende i cui bilanci vengono consolidati in quello della capogruppo.
Dall’analisi fatta dal collettivo di Fabbrica emerge che il bilancio 2022 della Fiducia nel futuro della fabbrica a Firenze Spa viene presentato il 6 novembre 2024, a seguito dell’inizio del giudizio presso il Tribunale fallimentare sull’istanza di liquidazione giudiziale. Ed è redatto secondo il principio contabile della continuità «pur sapendo, a tale data, che la società avrebbe chiesto il concordato preventivo liquidatorio».
Nel bilancio del 2022 le immobilizzazioni subiscono notevoli svalutazioni, scrive il collettivo, per cui il fabbricato passa da un valore di 29.600.697 a 7.000.000 di euro. Il valore di impianti e macchinari passa da 8 milioni a 1,8 milioni di euro. Il valore di bilancio delle immobilizzazioni va da 42.019.529 nel 2021 a 9.700.100 di euro nel 2022.
Dati alla mano, sostiene il collettivo, nel 2023 «la società possiede beni mobili per un valore di 2,5 milioni di euro. Non ha magazzino e ha beni immobili per 7 milioni di euro. Il totale delle immobilizzazioni, quindi, è rimasto invariato rispetto al bilancio del 2022».
Alla data di presentazione dei bilanci 2022 e 2023, «la QF Spa ha di fatto “connesse” due società che hanno già acquistato lo stabilimento per il valore riportato nei predetti bilanci, ovvero 7.000.000 di euro, di cui una parte già incassata», si legge nell’analisi.
«Essa è quindi creditrice verso le due acquirenti che, come da atto di compravendita, hanno espressamente rinunciato alla tutela legale, ed è proprietaria di beni mobili per 2.500.000 di euro, importo ricavato dalla somma di: “impianti e macchinari, attrezzature varie e altri beni”. QF è quindi ridotta a un guscio vuoto».
«Dopo la delocalizzazione, la speculazione»
Dario Salvetti, ex delegato Fiom, ex operaio Gkn, membro del collettivo di Fabbrica, dice che «l’immobile oggi è oggettivamente in mano a due società a vocazione immobiliare che vi hanno investito. Se vi hanno investito per fare industria, perché licenziare gli ex dipendenti? Se vi hanno investito per altro, si dica al territorio per cosa. Perché quella fabbrica fu costruita sul verde di quel territorio, con un accordo per il lavoro».
E aggiunge: «Non crediamo di essere un caso specifico. La domanda è generale. Viene da chiedersi se la speculazione immobiliare non sia il completamento della delocalizzazione della produzione e della speculazione finanziaria. Viene da chiedersi, cioè, se sulle macerie dell’automotive non ci sia chi trova il modo di fare business sui “terreni e i fabbricati”. Se il metodo delle reindustrializzazioni promesse e mai realizzate, o mai addirittura presentate con chiarezza, non sia un modus operandi con cui si interviene nelle crisi aziendali, traendone altri benefici. Nel nostro caso, poi, la domanda è ulteriormente legittima: siamo dunque al paradosso di una fabbrica che licenzia dipendenti, mentre parte di quegli ex dipendenti sono pronti a mettere in campo un piano industriale (con una possibile linea di finanziamento) e contemporaneamente la fabbrica è ridotta a puro asset immobiliare a disposizione del mercato dei capannoni?».
Contattato da Domani, Francesco Borgomeo, ex proprietario della Quattro F SpA, riferendosi al collettivo di Fabbrica, ha detto: «Sono fuori da questa triste storia e non ho più ruoli da ormai due anni, non rispondo a domande di soggetti che non riconosco. So che è in corso una procedura presso il Tribunale di Firenze dove chiunque voglia avere risposte potrà essere ascoltato».
A maggio in Tribunale è stata convocata l’udienza sulla richiesta di apertura della procedura di concordato preventivo proposta da Fiducia nel futuro della fabbrica a Firenze SpA in liquidazione. E che riguarda anche il piano di reindustrializzazione della ex Gkn.
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