Visto dall’Italia, l’anno che sta per concludersi è andato alla grande in Borsa, che con un rialzo del 30 per cento è addirittura ai massimi dal 2008. E anche il resto d’Europa, con l’eccezione di Londra, festeggia progressi a doppia cifra nell’arco dei dodici mesi, oltre il 20 per cento per Francoforte e Madrid, con Parigi che viaggia intorno al 16 per cento, mentre a Wall Street l’indice Dow Jones ha fin qui fatto segnare un meno esaltante ma comunque positivo più 10 per cento.

Risultati come questi hanno avuto il prevedibile effetto di stimolare l’appetito dei risparmiatori, a maggior ragione dopo un 2022 eccezionalmente negativo, con i mercati azionari quasi tutti in profondo rosso, così come quello delle obbligazioni. «Farsi trascinare dall’entusiasmo per andare a caccia di facili guadagni è la scelta peggiore possibile», ammonisce Alessandro Foti, amministratore delegato di Fineco, che con oltre 1,5 milioni di clienti e una capitalizzazione di oltre 8 miliardi di euro è la più grande tra le società specializzate nella gestione del risparmio quotate in Borsa.

Questo significa che lei vede un 2024 segnato dai ribassi?

«No, significa che comunque le scelte di investimento devono partire da considerazioni di carattere strategico e non tattico».

Vale a dire?

«Intendo dire che concentrarsi su quelle che appaiono come le opportunità di guadagno nel breve periodo finisce per esporre il risparmiatore a rischi molto elevati di perdere il proprio denaro».

Quindi bisogna pensare in modo strategico. In termini concreti come si fa?

«Prima di tutto il risparmiatore dovrebbe chiedersi: qual è l’orizzonte temporale giusto per il mio investimento e quali sono i motivi che mi spingono a non spendere i miei soldi e a impiegarli per comprare un prodotto finanziario anziché un altro? Cambiare cavallo in continuazione alla ricerca di quelle che appaiono come le occasioni più allettanti è una garanzia sicura di perdite elevate».

A partire dall’anno scorso, con il rialzo dei tassi, anche i titoli di stato sono tornati molto convenienti in termini di rendimento e il rischio è pari a zero. Meglio andare sul sicuro, quindi, e lasciar perdere le azioni?

«Non c’è dubbio che nei mesi scorsi ci sia stato un ritorno d’interesse fortissimo sui titoli di stato, anche per effetto di novità come i Btp Italia o i Btp valore. D’altra parte, non si era mai visto nella storia recente dei mercati finanziari un aumento così repentino dei tassi d’interesse e questo ha ovviamente riportato un flusso rilevante di capitali verso il reddito fisso. Quella a cui abbiamo assistito, però, è una correzione di rotta che non ha precedenti e che difficilmente si ripeterà in futuro, una parentesi che è destinata a chiudersi a breve».

E quindi quali opportunità d’investimento si aprono?

«Per scegliere al meglio dobbiamo ampliare i nostri orizzonti e guardare alla storia dei mercati finanziari. È facile osservare, allora, che nel lungo termine i mercati azionari hanno sempre garantito ritorni superiori a quelli offerti dalle obbligazioni offrendo una protezione più efficace nei confronti dall’inflazione. L’importante, ripeto, è pensare in modo strategico e programmare i propri investimenti su un arco temporale che copra più anni, oltre, ovviamente, a diversificare il più possibile gli acquisti dal punto di vista geografico e delle categorie di titoli: industria, finanza, servizi, eccetera. Ricordando sempre che tentare di battere sul tempo i mercati anticipandone i movimenti quasi sempre ha come unico risultato quello di esporsi a perdite ingenti».

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