Il verbale porta la data del 17 giugno 2021, quando si è riunito il consiglio di amministrazione di Cyberealm, la società specializzata in soluzioni di cybersecurity fondata un anno prima da Leone Ouzama, manager israeliano da tempo attivo in Italia. Quel giorno di due anni fa il cda di Cyberealm ha deciso, “dopo breve ma esauriente discussione” di assegnare al presidente “sig Maurizio Gasparri” una serie di “attribuzioni”. Tra queste: “vigilare sull’andamento della società; curare e gestire i rapporti istituzionali con enti pubblici e privati; valutare le possibili applicazioni dei servizi offerti dalla società (…) e verificare il potenziale interesse di operatori pubblici e privati all’acquisizioni di tali servizi; formulare piani strategici. «Nessun ruolo operativo in Cyberealm, ha invece scandito Gasparri davanti alle telecamere di Report che domenica scorsa ha dedicato un’inchiesta ai presunti conflitti d’interesse del senatore di Forza Italia. Adesso però bastano poche righe di questo documento ufficiale per comprendere che per Gasparri non sarà facile difendere la sua versione dei fatti. E cioè che la mancata comunicazione al Senato di quell’incarico societario sarebbe giustificata dal suo ruolo marginale in cda, un ruolo privo di deleghe operative.

La legge, infatti, impone a tutti i parlamentari di depositare presso l’ufficio di presidenza della camera di appartenenza una dichiarazione in cui, tra l’altro, deve essere comunicato l’eventuale “esercizio di funzioni di amministratore o sindaco di società”. Il fatto è, però, che l’incarico di presidente di Cyberealm non compare nella dichiarazione di Gasparri consultabile nel sito del Senato, dichiarazione che è stata aggiornata l’ultima volta pochi giorni fa, il 20 novembre. E così, il capogruppo di Forza Italia a Palazzo Madama potrebbe essere presto chiamato a render conto della sua posizione davanti all’Ufficio di presidenza del Senato. Un organo di cui lo stesso Gasparri, in quanto vicepresidente del Senato, faceva parte fino a pochi giorni fa, quando si è dimesso lasciando il posto alla collega Licia Ronzulli.

Cyberealm, piccola azienda con sede a Milano, è quindi finita al centro di una trama che mette insieme politica e affari. Ouzana, il manager israeliano che ne controlla l’intero capitale, è stato a lungo responsabile delle relazioni istituzionali di Telit, società di telecomunicazioni che nel 2006 accolse tra i propri amministratori, per un breve periodo, proprio Gasparri. Nel 2021 Cyberealm si è alleata con il gruppo Atlantica, creando la joint venture Atlantica Cyber Security, di cui la società presieduta da Gasparri possiede il 24 per cento.

Il controllo di Atlantica Cyber security adesso fa capo alla holding francese Smart4 Engineering, guidata dal francese Cyril Roger. Al suo fianco lavora il finanziere Carlo Torino, tirato in ballo quattro anni fa in un’inchiesta della procura di Firenze sul pagamento di una conferenza di Matteo Renzi ad Abu Dhabi. L’antiriciclaggio di Bankitalia aveva segnalato come sospetto un bonifico di 33 mila euro passato da una società di Torino a un conto di Renzi. L’indagine è poi stata archiviata.

Adesso invece Torino è diventato indirettamente socio della Cyberealm presieduta da Gasparri. Il crocevia dei loro interessi è Atlantica Cyber Security, amministrata da un cda di cui fanno parte, tra gli altri, Ouzana e lo stesso Torino, che a Domani dichiara di non aver mai incontrato Gasparri. L’azienda, con sede nel centro di Roma, sviluppa sistemi per contrastare le incursioni hacker e di recente, come si legge nella relazione del bilancio chiuso a giugno di quest’anno, ha scelto un software di sicurezza (in gergo Siem) con il marchio RTA. Per questo accordo strategico, Atlantica Cyber Security ha trovato un partner che fa capo in parte a un’azienda di Stato del calibro di Leonardo. Quest’ultima, infatti, possiede il 31 per cento di Elettronica, che a sua volta controlla CY4Gate, l’azienda che ha sviluppato il software RTA.

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