- L’avvio dei cantieri per il terzo megalotto della statale Jonica per cui è prevista una spesa di 1 miliardo e 300 milioni di euro doveva rappresentare l’esempio della nuova stagione delle grandi opere con il marchio doc dei 5 Stelle.
- Il 19 maggio 2020 fu posata la prima pietra per la costruzione di 38 chilometri. A distanza di un anno i lavori sono al palo e i sindaci per protesta hanno occupato la sede Anas locale.
- Concesso un anticipo di 288 milioni di euro al contraente generale Webuild per facilitare al massimo l’esecuzione dei lavori. L’Anas dichiara che al momento «le attività eseguite sono pari all’11,85 per cento del totale».
Come negli anni ruggenti della Prima repubblica il 19 maggio di un anno fa in un tripudio di bandiere celebrarono la posa della prima pietra per i lavori del terzo megalotto della statale 106 Jonica, presentata come il «più grande cantiere viario d’Italia», un segno di speranza in tempi di pandemia. Allineate sul palco, ma a debita distanza e protette dalla mascherina, c’erano le autorità: la ministra di allora, Paola De Micheli (Pd), Massimo Simonini, amministratore e direttore dell’Anas, Gian



