Periodicamente riemerge la narrazione per cui la riduzione del debito pubblico è precondizione per la crescita. Al contrario, senza investimenti non c’è nessuna speranza di rispondere alle sfide di questi tempi difficili. Fin tanto che il consolidamento di bilancio resta la priorità, parlare di crescita e autonomia strategica è solo un ipocrita esercizio retorico
Giovedì il Fondo monetario internazionale ha pubblicato l’analisi periodica e le raccomandazioni di politica economica per l’economia italiana (Article IV consultation). In primo luogo, il Fondo mette in evidenza fattori di debolezza ben noti: l’invecchiamento della popolazione e la bassa partecipazione (soprattutto femminile e al Sud) al mercato del lavoro, che pesano sulla dinamica della forza lavoro. La stagnazione della produttività e dei salari è anch’essa nota, anche se con troppa facilone


