Il frammentato Movimento cinque stelle (M5s) si ritrova unito a celebrare il sì dell’assemblea di Atlantia all’offerta del consorzio formato da Cdp Equity, controllata di Cdp, il fondo americano Blackstone e quello australiano Macquarie per la sua quota di Autostrade per l’Italia. Il sottosegretario agli Interni, Carlo Sibilia, lo chiama «il giorno della svolta», la capo delegazione al parlamento europeo, Tiziana Beghin festeggia la promessa mantenuta.

L’ex ministro, Danilo Toninelli, uno dei pochi che hanno occupato la poltrona del dicastero dei trasporti tenendo la giusta distanza dai concessionari, celebra la giornata con il sigillo del «capitolo chiuso».

Risultato a metà

Non manca nessuno, si direbbe, ma non è una caso che a distinguersi sia la voce della senatrice genovese Elena Botto: «Rispetto a quello che ci eravamo prefissati questo odierno è un risultato a metà», ammette, ricordando i «la timidezza in questa battaglia da parte delle altre forze politiche e un contratto siglato 2013 che, solo grazie alle nostre insistenze, è stato reso pubblico e poi messo in discussione».

Le condizioni a cui siamo arrivati dopo lunghi anni di più o meno sguaiati tira e molla sulla vicenda, inquinati dal peccato originale di un rapporto incestuoso concedente – concessionario, fanno sì che la Borsa e i parenti delle vittime del ponte Morandi arrivino alla stessa conclusione: l’Atlantia dei Benetton e soci lascia Aspi vincendo un terno al lotto.

Le vittime del Morandi: «Atlantia ha vinto un terno al lotto»

Le parole più lucide arrivano da Egle Possetti, portavoce del comitato ricordo vittime del Ponte Morandi, nel cui crollo sono morte quel 14 agosto 2018 quarantatré persone: «Siamo molto amareggiati. Non sono sorpresa dell'ok degli azionisti di Atlantia all'offerta per Aspi perché sarebbe stato come rifiutare un terno al lotto». Meno lucida è la speranza che il comitato ripone nella Cassa depositi e prestiti: «Visto che Cdp avrà l'ultima parola, spero ci sia un ripensamento e che la contrattazione non vada avanti.  l'unica cosa che ci possiamo augurare», dice Possetti raccontando di aver scritto alla Cassa depositi e prestiti e non aver avuto mai risposta da nessuno ai nostri appelli.

A dare ragione ai parenti delle vittime sulla vittoria dei Benetton sono i dati finanziari. Sui mercati, il plebiscito dell’assemblea è stato salutato con un rialzo superiore al tre per cento del titolo di Atlantia.

Pulizia dai debiti

L’offerta per vendere l’88 per cento di Aspi è stata approvata da quasi l’87 per cento del capitale sociale presente che pure era chiamato solo a dare un parere consultivo rispetto alle scelte del consiglio di amministrazione. Ma il risultato plebiscitario è perfettamente razionale. In un colpo solo Atlantia incassa abbastanza fondi per ripianare una buona fetta dei propri esosi debiti, uscendo di scena alleggerita e il consorzio Cdp Equity, Macquarie e Blackstone, acquista assieme all’88 per cento di Aspi anche la maggioranza degli 8,9 miliardi di debiti che la società aveva in pancia a fine marzo.

In più i rischi legali per il crollo del ponte sono ancora in capo ad Aspi, anche se da mesi ci sono esperti di diritto bancario che stanno studiando il dossier per creare un veicolo che possa assorbirli. In un colpo solo Atlantia incassa fondi per sistemare i propri bilanci si libera  dei debiti presenti di Aspi e soprattutto allontana lo spettro di quelli futuri. Con un tale risultato la percentuale dei favorevoli sembra persino contenuta.

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