A ridosso della fine del mandato che scade con l'approvazione ad aprile del bilancio 2020, l'amministratore delegato delle Ferrovie dello stato (Fs), Gianfranco Battisti, decide di fare una nomina importante: al posto di Sara Venturoni sceglie come nuovo amministratore di Metropark Filippo Nogarin. Che non è un manager qualsiasi, ma un personaggio con un curriculum bello zeppo di incarichi politici con i 5 Stelle, il movimento che tre anni fa risultò determinante proprio nella nomina di Battisti alle Fs. Nogarin è stato il primo sindaco non Pd di Livorno e il primo dei non eletti alle elezioni europee del 2019 anche se raccolse un bel numero di preferenze: 33 mila. Al momento della nomina nella società Fs era consulente del ministro 5 Stelle per i rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà, e prima ancora aveva collaborato con la sindaca 5 Stelle di Roma, Virginia Raggi.

Scambio di favori

Considerata da questa visuale l'operazione sembra la restituzione di uno scambio di favori politici e somiglia parecchio, anche se ci sono alcune differenze importanti, a quella di circa un anno fa all'Anas, che è un'altra società controllata dalle Fs. In quel caso il prescelto fu Massimiliano Gattoni, uno stretto collaboratore dell'ex ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Cinque stelle, Danilo Toninelli. Gattoni era il responsabile della segreteria tecnica di Toninelli e una volta che il ministro aveva dovuto lasciare l'incarico era scivolato in una casella più in basso, collaboratore di un sottosegretario, Roberto Traversi, sempre nello stesso ministero e sempre dei 5 Stelle. Nel frattempo gli stessi 5 Stelle si dettero molto da fare per trovare una nuova collocazione più stabile e duratura per Gattoni. Alla fine individuarono per lui l'incarico di responsabile dell'information technology all'Anas dove avrebbe dovuto occuparsi anche di smart road, le strade intelligenti, di cui però era niente affatto entusiasta. All'Anas Gattoni non è durato molto: bersagliato dalle polemiche e incalzato dalle interrogazioni parlamentari a febbraio si è dovuto dimettere adducendo «motivi personali».

Nogarin contesta con forza questo accostamento, sostiene che il suo caso è molto diverso e si considera perseguitato dai giornalisti. Alla fine del 2019, dopo la trombatura alle europee, in un'intervista al Fatto si lamentò delle sue condizioni: «Sono povero e devo affrontare il dileggio». A Domani ora dice: «Sono solo un ingegnere che fa la sua professione, la politica non c'entra niente con la mia nomina a Metropark. Non ho cariche politiche, non sono un esponente politico e il mio incarico con il ministro D'Inca è diverso da quello di Gattoni con Toninelli, io sono solo un consulente e D'Inca è solo uno dei miei clienti». Tra i clienti importanti di Nogarin c'è stata anche un'altra esponente di rilievo dei 5 Stelle, la sindaca di Roma che lo ha voluto per tentare di rimettere in sesto l'Ama, la municipalizzata dei rifiuti della Capitale, nota per le sue macroscopiche inefficienze. Già da sindaco di Livorno Nogarin si era cimentato con i problemi di una controllata dei rifiuti locale, l'Azienda ambientale di pubblico servizio (Ammps), altra azienda malata a cui è stato applicato il concordato preventivo in continuità.

Da Raggi a D’Incà

La collaborazione con la Raggi è finita da tempo, ma anche quella è stata contrassegnata da mugugni e polemiche perché Nogarin a Roma era diventato collaboratore di Gianni Lemmetti, assessore al bilancio al Campidoglio e già assessore con Nogarin con la giunta Cinque stelle di Livorno. Anche in quel caso era sembrato che ci fosse stato uno scambio di favori tra 5 Stelle.

Così come polemiche ci sono state quando Nogarin è diventato consulente del ministro D'Inca subito dopo l'insuccesso alle elezioni europee. I giornali scrissero che si era trattato di una sorta di risarcimento del Movimento per la mancata elezione al Parlamento di Bruxelles.

Ora Nogarin atterra nell'ampia galassia delle Ferrovie dello stato, in un incarico di rilievo, al posto di Sara Venturoni, una manager di peso all'interno del gruppo, impegnata anche nella direzione delle stazioni sotto Rfi (Rete ferroviaria italiana). La società Metropark gestisce 75 aree di parcheggio nelle principali stazioni ferroviarie compresa l'area di Termini a Roma da qualche giorno adibita alle vaccinazioni Covid. Così come informa il sito ufficiale, Metropark opera sotto il controllo di Sistemi urbani, la società che ha il compito di valorizzare il patrimonio immobiliare delle Fs che nelle grandi città è spesso collocato in centro o a ridosso di esso e quindi è di altissimo pregio anche commerciale.

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