La bussola che orienta la nostra navigazione nelle acque agitate della contemporaneità ci porta sempre verso un’isola spettrale, su cui si stagliano tuoni e fulmini e imperversano bufere, un luogo spaventoso dove si incrociano una latitudine e una longitudine. La latitudine è l’incredibile afflusso di denaro prodotto dalle politiche espansive dell’economia globale, che abbiamo conosciuto attraverso il quantitative easing, con cui sono stati stampati trilioni di dollari, euro, yuan e yen, inondando il mondo di moneta e abbattendo il costo del denaro. La longitudine è il mirabolante progresso tecnologico degli ultimi trent’anni, che è stato possibile proprio grazie a queste politiche, attraverso i tassi zero, la possibilità di indebitarsi per crescere sfruttando il risibile, quasi nullo, costo del denaro. Il punto d’incontro di questi due vettori asimmetrici è la tecnofinanza: così noi Diavoli abbiamo deciso di chiamare l’isola spettrale nella quale continuiamo ad approdare attratti dal suo potente magnetismo cui non è possibile sottrarsi, e che abbiamo deciso di esplorare.

Un’isola ineguale

Essendo un collettivo composto da più persone, ciascuna delle quali ne contiene altre, e altre ancora, provenienti dai più svariati ambiti lavorativi e portatori di saperi diversi e conoscenze molteplici, a volte complementari, a volte sovrapponibili, molto spesso in confronto, quasi mai in contrasto, abbiamo voluto raccontare questo viaggio cercando di rivelare di volta in volta il gioco segreto dell’acqua, le traiettorie oblique dei venti, la forma misteriosa delle creature del mare. Cercando una storia che potesse descrivere al meglio anche l’isola, in tutto il suo tremendo dispiegarsi. Un’isola fatta di energia e di silicio, di feroci diseguaglianze e falso benessere, di cattiva coscienza e passioni tristi, che regola le sorti del mondo protetta da fantasmagorici dispositivi disciplinari e di controllo.

E lo abbiamo fatto attraverso la figura di Candido, un giovane rider che pedala in una città del prossimo futuro – o del presente tra cinque minuti, come avrebbe detto James G. Ballard, uno dei numi tutelari del collettivo – dovendo sperimentare sul suo corpo le più diverse e diaboliche perversioni dell’estrazione di valore dominate dall’economia dell’algoritmo. Il cuore della tecnofinanza.

È questo il campo magnetico che attira costantemente l’ago della nostra bussola. D’altronde, come collettivo siamo nati e ci siamo aggregati intorno all’universo narrativo del romanzo I diavoli di Guido Maria Brera, pubblicato per Rizzoli nel 2014. Quell’universo si è espanso attraverso il web, con l’omonimo sito www.idiavoli.com, per poi diventare una serie tv prodotta da Sky e Lux e trasmessa lo scorso anno su Sky.

Il Candido di Voltaire

La chiave scelta per raccontare le nostre derive nel mare della contemporaneità, e il nostro approdo nell’isola della tecnofinanza, è stata quella di una sfida ambiziosa, che muove dal corpo a corpo con un classico del pensiero occidentale: il Candido di Voltaire. L’ingenuo ragazzino che serviva al filosofo francese per ingaggiare la sua strenua lotta contro l’eccessiva fiducia nella ragione e l’adesione acritica a qualsiasi tipo di progresso, è diventato in questo nostro primo libro collettivo un rider, uno schiavo dell’algoritmo che ogni giorno in sella alla sua bicicletta deve pedalare su e giù per la città affrontando deformazioni e ingiustizie sociali della gig economy e del capitalismo della sorveglianza. Da qui la decisione di scrivere un racconto che vive consapevolmente di continue forzature e iperboli, per restare fedeli filologicamente all’originale pamphlet di Voltaire: nell’idea, nella sua composizione su pagina e nella sua riscrittura, per poterlo così portare con noi nel presente. Prima nel mare, poi nell’isola. Il tutto, scegliendo dalla nostra cassetta degli attrezzi la chiave letteraria dell’utopia negativa.

Utilizzando l’ingenuità come arma per svelare gli strumenti di disciplina e controllo dell’algoritmo, per descrive questi luoghi in cui precipita il nostro immaginario collettivo, siamo partiti dagli Invisibili di Nanni Balestrini, cui abbiamo voluto dedicare il libro, per arrivare a Primo Moroni, il libraio milanese della Calusca che qui appare nelle vesti del libraio Martino, uno dei personaggi che più aiuteranno Candido nella lotta per l’emancipazione.

Essendo un collettivo eterogeneo composto da sette persone, che da almeno cinque anni si incontrano quotidianamente dal vivo o in rete per ragionare e interrogarsi sulle soluzioni per analizzare la modernità e sugli strumenti per affrontarla, abbiamo voluto inserire nelle pagine del libro alcuni dei nostri riferimenti: dalle letture di Walter Benjamin, Gilles Deluze e Mark Fisher alla musica di John Coltrane e dei Csi, dai film di Charlie Chaplin e Buster Keaton agli omaggi nemmeno tanto nascosti a Umberto Eco e Thomas Pynchon.

Queste e molte altre sono state le vivande con cui abbiamo stipato la cambusa della nave per il nostro viaggio, in cui abbiamo attraversato le acque agitate del presente seguendo la bussola che ci avrebbe fatto approdare nella Cittadella: la misteriosa fortezza tecnologica che sovrasta la città in cui pedala felice e spensierato il nostro Candido, l’isola spettrale in cui la latitudine dell’abbondanza di denaro e la longitudine dello sviluppo tecnologico si incontrano nella tecnofinanza. Senza dimenticare, nemmeno per un momento, che la caratteristica più sublime del Candido raccontato da Voltaire, nella buona e nella cattiva sorte, è sempre rimasto il sorriso: perché non sarà mai la nostra rivoluzione se non potremo danzare, e perché restiamo convinti fino alla fine che solo una fragorosa risata potrà seppellire le armi del nemico, i dispositivi di controllo della tecnofinanza.


Guido Maria Brera è autore del libro Candido, edito da La nave di Teseo

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