LE AMBIZIONI DELLA TURCHIA, LA COOPERAZIONE DELL’ITALIA

Il piano di Erdogan per diventare l’alternativa energetica a Putin

(AP Photo/Manu Fernandez)
(AP Photo/Manu Fernandez)
  • Se c’è già un vincitore della guerra in Ucraina si chiama Recep Tayyip Erdogan. Martedì ad Ankara «il dittatore con cui è necessario trattare» ormai su tutti i fronti, dal grano alle politiche migratorie, ha accolto il premier Mario Draghi e cinque ministri del governo italiano per il primo vertice intergovernativo degli ultimi dieci anni, che ha portato la firma sotto i riflettori di molti accordi e fuori dai riflettori il confronto su vari fronti caldi: dalle forniture energetiche alla Libia.
  • Attualmente dalla Turchia passano i 1840 chilometri della Trans adriatic pipeline, che collegano l’Arzebaigian al Tap che dalla Grecia porta il gas in Puglia: al momento è tra le principali vie di approvvigionamento energetico dell’Italia. Come avvertiva la relazione annuale del nostro dipartimento per la sicurezza, la Turchia «ambisce a diventare il principale hub di passaggio di gas verso l’Europa».
  • Erdogan, del resto, è anche un attore fondamentale per la sicurezza del gasdotto libico Greenstream, a maggiore ragione quando l’altro attore non europeo presente in Libia è la Russia di Vladimir Putin. Draghi ha dichiarato che Turchia e Italia hanno gli stessi obiettivi a proposito della Libia – «pace e stabilizzazione» – e che quindi «il coordinamento tra i due paesi diventerà più stretto».

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