Dalla smentita all’autosmentita nell’arco di un pomeriggio. È quanto fatto prima dall’ufficio legislativo del ministero del Lavoro e poi dalla ministra Marina Elvira Calderone stessa a proposito dell’ipotesi di soppressione dell’Ispettorato nazionale del lavoro e del suo riassorbimento all’interno del ministero.

I tecnici, rispondendo a un’interrogazione della deputata del Pd Chiara Gribaudo, hanno dichiarato in un documento ufficiale che l’accorpamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro all’interno del ministero è «un’ipotesi giornalistica allo stato non concreta» e la ministra del Lavoro, invece, l’ha definita «un’opportunità» e ha aggiunto che «l’obiettivo c’è e si può affrontare il tema in altro momento».

Insomma, citando Jannacci, pare che la proposta sia stata avanzata «per vedere l’effetto che fa». E, davanti alla reazione negativa dei sindacati, la strada scelta è stata negare e prendere tempo. Quindi la situazione è grave, ma non è seria, per dirla con Flaiano. Delle tre l’una: o l’ufficio legislativo del ministero del Lavoro nega l’evidenza o non conosce i progetti proposti dalla propria ministra, seppure al momento sospesi, oppure si tratta di una felpata bocciatura di quegli stessi progetti.

«Surreale»

«C’erano la bozza e il confronto. Mi sembra tutto surreale», dice Matteo Ariano, coordinatore nazionale ispettorato del lavoro per la Cgil, che precisa: «Abbiamo parlato un paio di volte al tavolo con la ministra presente. Ci avevano fatto vedere la bozza e ci avevano detto che era tutto informale e che aspettavano possibili rilievi da parte del Mef.

A quanto pare, si sono resi conto che era una cosa che non potevano fare. La proposta rischiava di essere un errore clamoroso che non sarebbe andato a beneficio della vigilanza». È d’accordo Gribaudo: «Era una proposta che il capo di gabinetto aveva fatto vedere ai sindacati. In ogni caso, sono sollevata se la ministra ha deciso di fare marcia indietro perché bisogna preserverare l’indipendenza e l’efficacia dell’azione dell’ispettorato».

Elementi importanti – come ribadito nell’interrogazione della deputata – per perseguire l'obiettivo previsto dal Pnrr: «Aumentare per i prossimi due anni del 20 per cento i controlli sul territorio e diminuire del due per cento i fenomeni di lavoro sommerso».In merito alla proposta ora non più sul tavolo, il sindacalista pone l’attenzione anche su un altro aspetto: «Avrebbero dovuto cambiare la contabilità dell’Ispettorato perché ha autonomia contabile rispetto al ministero. E l’Inl sta spendendo milioni di euro per rendersi autonomo dal ministero dal punto di vista informatico.

La Corte dei conti potrebbe dire qualcosa in merito. In definitiva l’avrebbero fatta più facile di ciò che è». E Gribaudo, sulla stessa linea: «In questi anni è stato ottimo il lavoro dell’Ispettorato sotto la guida di Bruno Giordano. C’è un avanzo di bilancio oltre 100 milioni, fondi che andrebbero usati per i dipendenti. Per pagare gli arretrati dell’indennità di amministratore e per implementare le dotazioni strumentali».

La ministra, dopo essersi rammaricata per il fatto che l’assorbimento dell’Ispettorato non sia stato all’interno di «un percorso condiviso da tutti gli attori», ha detto che «non si fanno percorsi se ci sono necessità di ulteriori approfondimenti». E ha provato a rassicurare: «Le riforme non sono fatte per depotenziare, ma per far lavorare meglio le persone».

Le vere questioni

Di fatto, però ha ottenuto l’effetto opposto perché dice Ariano: «Il rientro di questa ipotesi non va a risolvere altre questioni, come il coordinamento tra i vari enti (Inps, Inail, Guardia di finanza, carabinieri, Asl e Arpa) in merito alla salute e alla sicurezza sul lavoro. Di tutto ciò non si sa nulla. La ministra dovrebbe occuparsi di questo invece che far assorbire l’Ispettorato nel ministero».

Inoltre il sindacalista sottolinea l’importanza della vigilanza contributiva e assicurativa: «Non si capisce come verrà affrontata da questo governo. Sono tante questioni sul tappeto, vediamo di capire come si possono affrontare. E solo dopo vediamo cosa fare con l’Inl. Non mettiamo il carro davanti ai buoi».

Intanto la ministra Calderone dice che: «La riorganizzazione del ministero del lavoro è entrata all’interno del decreto legge sulla pubblica amministrazione. Abbiamo 90 giorni di tempo per ridisegnare l’assetto dell’organizzazione del ministero in chiave dipartimentale. Lo faremo cercando di efficientare tutti i processi cercando di dare la giusta valorizzazione alla risorse umane del ministero che sono di grande qualità».

Ciò per Ariano rappresenta un campanello d’allarme: «Nell’ambito delle riunioni al ministero hanno ipotizzato prima la creazione di due dipartimenti, per poi passare a quattro. E bisogna tenere presente che i capi dei dipartimenti sono tutti di nomina politica. E che quattro capi dipartimento costano quanto quattro segretari generali. Il risultato è far lievitare i costi e generare un forte condizionamento politico».

Infine per Gribaudo «resta alta la preoccupazione sulla linea del governo sui subappalti e sui protocolli di intesa con l’Ordine dei consulenti del lavoro, dove a capo c’è il marito dell’attuale ministra».©Riproduzione riservata 

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