Votata una legge di Bilancio arrivano subito le richieste di un nuovo scostamento sui conti.

Ieri la Camera dei deputati ha approvato con 355 voti favorevoli e 45 contrari una manovra finanziaria che non ha toccato in nessun comma, approvando la stessa versione licenziata la scorsa settimana dal Senato. Una legge di Bilancio, dunque, praticamente monocamerale e arrivata a essere approvata al penultimo giorno utile prima dell’esercizio provvisorio, come era tra l’altro già successo in anni recenti ma solo nel caso di tre passaggi tra le due camere.

La manovra finanziaria per il 2022 contiene alcune misure che riducono le disuguaglianze, come l’assegno unico, altre che le esasperano, a partire dal superbonus per finire con quota 102, ma è una legge di Bilancio nata sullo slancio della ripresa economica e in una fase in cui l’incidenza della pandemia da Covid-19 sembrava regredire.

Da circa dieci settimane, più di due mesi però, la pandemia ha ricominciato a correre e se le nuove misure di contenimento dell’emergenza sono state annunciate solo il 23 dicembre, ora il governo deve fare fronte a un coro di richieste di intervento a sostegno dei settori di nuovo in crisi per la nuova ondata del virus.

Il ritorno dei ristori

In prima fila c’è il settore turistico, per cui molti partiti, dal Movimento 5 stelle a Fratelli d’Italia, hanno chiesto subito uno scostamento di bilancio e nuovi «ristori». Non si tratta semplicemente di intervenire a favore di discoteche e sale da ballo, chiuse fino al 31 gennaio, ma dell’intero comparto che sta di nuovo facendo i conti con il calo dei flussi a livello nazionale e internazionale.

Ieri si è tenuta una riunione convocata dal ministero del Lavoro, con i tecnici del ministero del Turismo e del ministero dello Sviluppo per individuare interventi possibili.

La prima cosa che è stata decisa è un monitoraggio per capire quali sono in effetti le filiere maggiormente colpite, dai tour operator agli alberghi, e quali gli strumenti migliori per intervenire tra i tanti che sono stati proposti negli ultimi concitati giorni. A strettissimo giro, anche perché non potrebbe essere altrimenti, dovrebbe arrivare una decisione che garantisca che non ci siano momenti di vuoto nelle coperture, in particolare degli ammortizzatori sociali.

Ieri Federlaberghi e Federcuochi hanno domandato una proroga della cassa straordinaria almeno fino alla fine di marzo, ma l’approvazione della legge di Bilancio porta con sé anche la riforma degli ammortizzatori sociali con l’estensione della protezione sociale alle imprese più piccole e la possibilità per chi ha saturato i limiti della cassa, un trattamento Cigs di altre 52 settimane fino al dicembre 2023.

Il Movimento 5 stelle ieri chiedeva però di intervenire su diversi settori con una scostamento di bilancio in nome delle nuove chiusure e del nuovo contesto economico: «Non c’è tempo da perdere: in questa fase delicata dobbiamo dare priorità alle tante imprese e famiglie in grande sofferenza a causa delle chiusure, dei prezzi energetici proibitivi e delle diverse problematiche create dalla pandemia. Il manifatturiero, il turismo, discoteche e sale da ballo, i cosiddetti settori energivori e tanti altri comparti hanno bisogno di sostegno immediato».

La nuova strategia del governo, discoteche a parte, non prevede chiusure generalizzate. C’è una sorta di lockdown implicito in base al quale ai non vaccinati vengono di fatto proibiti gli accessi a molti servizi.

Il ministero della Pubblica amministrazione ha rifiutato anche l’idea di imporre lo smart working. Al contrario il periodo di quarantena per i vaccinati viene ridotto senza particolari evidenze scientifiche. La crisi insomma di alcuni comparti è dovuta più a precauzioni prese da gran parte della popolazione che modifica i propri comportamenti abituali.

Paese ad alto rischio

Attualmente, sono certamente molto scoraggiati per via delle diverse condizionalità gli spostamenti internazionali. Ieri, per citare l’ultimo esempio, la Germania ha inserito il nostro paese nella lista dei paesi a più alto rischio Covid. In generale gli eventuali ristori devono basarsi su altri dati e selezionare i beneficiari potrebbe rivelarsi più difficile di prima.

Ai partiti che chiedono nuovi scostamenti si potrebbe rispondere anche che a quasi due anni dall’inizio della pandemia saremmo dovuti arrivare con misure pensate per affrontare l’emergenza nel medio periodo. A maggiore ragione dopo aver licenziato una manovra da 23 miliardi in deficit, espansiva per spingere la ripresa come ha sempre rivendicato il governo e che come sottolineato dall’esame dell’Unione europea aumenta la spesa corrente. Ma tant’è.

 

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