La lobby degli imprenditori balneari non intesse semplicemente rapporti stretti con gli eletti in parlamento, elegge direttamente imprenditori balneari o loro famigliari a rappresentarla.

Alla Camera per la Lega segue il tema Elena Raffaelli, sicuramente molto esperta considerando che è proprietaria di due stabilimenti balneari sul litorale di Rimini. Una prova di coerenza visto che a Bruxelles all’europarlamento c’è il proprietario del Papeete, Massimo Casanova. Umberto Buratti ha in famiglia i proprietari del Bagno Impero di Forte dei Marmi, di cui è stato più volte sindaco e segue il dossier da anni per il Partito democratico. A pochi giorni dalla sentenza del Consiglio di stato che ha imposto le gare per il 2024, aveva già rilasciato una intervista sul Tirreno in cui spiegava niente meno «come prorogare le concessioni», sostenendo che il 2023 è una scadenza troppo ravvicinata, suggerendo una ulteriore proroga intanto per l’estate 2024 fino al completamento delle procedure di gara e, infine, annunciando che porterà al tavolo nazionale di maggioranza la legge regionale toscana che prevede, a fronte di investimenti riconosciuti, l’estensione delle concessioni da sei a venti anni.

In parlamento del resto ha una sponda in un’altra toscana doc come Deborah Bergamini e in generale in Forza Italia, il partito che assieme al Pd, aveva più contestato un ordine del giorno sulla messa a gara presentato mesi fa dal deputato Riccardo Magi, eletto con PiùEuropa e oggi nel misto.

L’opposizione di Fratelli d’Italia in questo caso è con la maggioranza :attraverso i suoi europarlamentari ha scritto una lettera appello a Thierry Breton nella stravagante convinzione che il commissario all’Industria, nei fatti contrappeso alla commissaria alla commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager, possa rimandare in soffitta il diritto europeo. E in parlamento schiera contro le gare, un altro toscano di Lucca, Riccardo Zucconi.

L’unica eccezione in questo panorama politico è rappresentata dal Movimento cinque stelle, cioè dal partito che appena tre anni fa aveva firmato assieme ai leghisti la norma che prorogava le concessioni balneari al 2033.

Eppure oggi il M5s ha presentato un emendamento alla legge di bilancio a firma dei senatori Mario Turco, Marco Croatti, Sabrina Ricciardi, Giulia Lupo e Angela Bruna Piarulli, per mettere una cornice alla mappatura delle concessioni del demanio marittimo (finora nemmeno c’era) già indicata come un obiettivo del governo del disegno di legge concorrenza.

L’emendamento prevede tra le altre cose la ricognizione sul beneficiario della concessione, sulla redditività, lo stato della spiaggia, investimenti realizzati, correttezza contributiva, tipologia di contratti del lavoro dipendente e soprattutto la pubblicazione dei risultati della mappatura entro 180 giorni dall’entrata in vigore della legge.

Siccome la legge di bilancio dovrebbe essere approvata entro fine anno, dice Sergio Battelli, deputato dei Cinque stelle che si è sempre battuto a favore delle gare anche contro il resto del partito, in questo modo acceleriamo le procedure.

Tuttavia l’emendamento in questione non mette nessuna scadenza per i bandi di gara, che sono il vero nodo della questione e al comma 4 recita: «al fine di evitare il significativo impatto socioeconomico sugli operatori del settore e sui lavoratori coinvolti, nonché di tener conto dei tempi tecnici affinché le amministrazioni predispongano le procedure di gara richieste, nelle more di un intervento di riordino della disciplina in conformità ai principi di derivazione europea, le concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative già in essere sono assegnate a far data dal 1º gennaio 2024 mediante pubblica gara sulla base delle procedure stabilite dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato».

Una formulazione quindi tutta dedicata alle gare in essere e che rinvia le gare sulle concessioni attuali a partire dal 2024. Intanto proroghiamo per l’estate 2024, diceva Buratti, spiegando come «prorogare le concessioni».

 

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