La presidente della Bce, Christine Lagarde, nella premessa al suo intervento a una conferenza organizzata dalla Bce, ha confermato che «entro giugno» la banca centrale avrà «una nuova serie di proiezioni che confermeranno se il percorso dell'inflazione previsto nelle previsioni di marzo rimane valido». Se questi dati riveleranno un sufficiente grado di allineamento tra l'andamento dell'inflazione di fondo e le proiezioni, ha quindi spiegato, «e supponendo che la trasmissione rimanga forte, saremo in grado di passare alla fase di riduzione del nostro ciclo di politica monetaria e rendere la politica meno restrittiva».

La scadenza di giugno diventerebbe così la prima finestra possibile per un primo taglio dei tassi dopo il forte ciclo di aumenti attuato dal 2022. Ma - ha ammonito Lagarde - anche in futuro «le nostre decisioni dovranno rimanere legate ai dati» e impostate «riunione dopo riunione in risposta alle nuove informazioni in arrivo. Ciò implica che, anche dopo il primo taglio, non possiamo impegnarci preventivamente su un particolare percorso dei tassi».

Intanto la Fed lascia fermi i tassi ma conferma tre tagli nel 2024 per un totale di 75 punti base. E Wall Street tira un sospiro di sollievo: dopo un avvio di seduta cauto, i listini americani avanzano decisi spazzando via i timori di una riduzione del costo del denaro inferiore alle attese.

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