RELAZIONI DIFFICILI CON BIG TECH

L’Agcom diventa l’arbitro del copyright italiano

**FILE** In this Oct. 11, 2007 file photo, visitors look at an information screen at the Google Book Search stand at the International Frankfurt Book Fair 'Frankfurter Buchmesse' in Frankfurt, Germany. A settlement has been reached Tuesday, Oct. 28, 2008, in the lawsuit against Google over the Internet search engine's use of copyrighted material. (AP Photo/Jens Meyer, file)
**FILE** In this Oct. 11, 2007 file photo, visitors look at an information screen at the Google Book Search stand at the International Frankfurt Book Fair 'Frankfurter Buchmesse' in Frankfurt, Germany. A settlement has been reached Tuesday, Oct. 28, 2008, in the lawsuit against Google over the Internet search engine's use of copyrighted material. (AP Photo/Jens Meyer, file)

 

  • Con il Consiglio dei ministri di ieri anche l’Italia ha cominciato a recepire la direttiva 2019 sul copyright, una delle più delicate normative europee, frutto di anni di dibattito politico e lobbying incrociato, e lo ha fatto a suo modo, con un decreto che vuole trasformare l’Agcom, l’autorità per le comunicazioni, nell’arbitro di tutto ciò che è connesso al diritto d’autore.
  • Il testo dovrà essere esaminato anche dal parlamento. Ma la sostanza è che sarà l’Agcom a decidere i criteri con i quali determinare l’equo compenso dovuto da Google, Facebook e altri big tech agli editori per snippet o estratti di testi.
  • La bozza del decreto prevede il pagamento agli editori e ai giornalisti. Ma Google ha già sottoscritto accordi bilaterali con quattordici gruppi.

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