LEGGE GOLFO – MOSCA

Le quote rosa hanno chiarito l’equivoco sulla meritocrazia

L’obiettivo della legge sulla presenza femminile è stato raggiunto prima del tempo. E ora che è stato alzato ai due quinti le società che si stanno quotando negli ultimi tre anni si sono già adeguate. Dieci anni fa l’opposizione trasversale alle quote fu battuta con l’intelligenza e tattica

  • L’obiettivo della legge sulla presenza femminile è stato raggiunto prima del tempo. E ora che è stato alzato ai due quinti le società che si sono quotate negli ultimi due anni si sono già adeguate. Con le donne i cda sono più istruiti e più giovani.
  • Eppure dieci anni fa la Confindustria, le banche e le assicurazioni si opponevano, assieme a critici attesi come Vittorio Feltri, ma anche femministe storiche come Emma Bonino.
  • L’opposizione trasversale alle quote fu battuta con l’intelligenza e tattica. E ai componenti della commissione del Senato che esaminava la legge arrivarono migliaia di mail: «Fu un successo collettivo», dice Mosca. 

Dieci anni fa, Emma Marcegaglia presiedeva la Confindustria che si schierò contro la legge che introduceva l’obbligo del 33 per cento di donne nei consigli di amministrazione e organi di controllo delle società quotate. L’associazione degli industriali assieme all’associazione bancaria italiana, Abi, e alle assicurazioni, Ania, scrissero alla commissione finanze del Senato che stava esaminando la proposta per elencare tutti i rischi che comportava per il mercato. I rappresentanti delle impre

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