La notizia galleggia tra le righe della relazione del collegio sindacale al bilancio di Terna, l’azienda a controllo pubblico che gestisce la rete elettrica nazionale. “La società – si legge a pagina 14 del documento pubblicato pochi giorni fa – ha ricevuto dalla Consob in data 12 aprile 2014 una contestazione” per la violazione di alcune norme che regolano la diffusione al pubblico di informazioni privilegiate. Una questione delicata, quindi, perché le notizie che riguardano un gruppo quotato in Borsa, come è il caso di Terna, possono influenzare al rialzo o al ribasso le quotazioni.

Bufera d’agosto

Le carte allegate ai conti del 2023 non lo spiegano, ma i fatti su cui ha indagato l’Authority dei mercati finanziari riguardano una vicenda che risale all’agosto scorso, quando finì sui giornali il licenziamento di due alti dirigenti della società pubblica, il direttore finanziario Agostino Scornajenchi e il responsabile dei corporate affairs, Giuseppe Del Villano.

A otto mesi di distanza dai fatti, la Consob ha contestato ai vertici di Terna che la decisione di fare a meno di uno dei due manager non sia stata comunicata al consiglio di amministrazione, e quindi anche al mercato, nei tempi previsti dalla legge. Ora tocca alla società fornire la propria versione e infine la Commissione deciderà se applicare una sanzione pecuniaria a Terna.

Indagine a parte, già all’epoca il clamore attorno al doppio licenziamento provocò un ribasso del titolo, che perse il 6 per cento circa in una settimana, e alimentò dubbi e interrogativi tra gli investitori sulla gestione di un’azienda reduce da un cambio della guardia sulla poltrona di amministratore delegato, con la nomina di Giuseppina Di Foggia al posto di Stefano Donnarumma.

Non proprio un atterraggio morbido, quello della nuova numero uno, in carica dal maggio scorso. Di Foggia, accreditata di ottimi rapporti con Arianna Meloni, la sorella della premier, era arrivata a Terna dopo una carriera interna al gruppo Nokia, fino a dirigerne la filiale italiana.

In seguito a una riunione straordinaria del board della società pubblica, nel pomeriggio del 3 agosto, l’uscita dei due manager fu gestita con accordi consensuali. Nei mesi scorsi, il comitato nomine di Terna è tornato a discutere della vicenda. Così, a ottobre, si è deciso di adottare - si legge nella relazione sulla corporate governance - un nuovo regolamento per gestire “i processi di uscita di manager apicali” e anche i flussi informativi tra amministratore delegato e il comitato governance. Un segnale evidente che non tutto aveva funzionato per il meglio in agosto.

Nella relazione è spiegato anche che un’altra proposta sugli stessi argomenti formulata da un consigliere di amministrazione è stata messa ai voti e bocciata dal board.

Particolarmente delicata era la posizione di Scornajenchi: in quanto dirigente preposto alla redazione dei documenti contabili poteva essere sostituito solo con una specifica procedura. Non è escluso che tra gli atti esaminati dalla Consob ci sia anche una relazione redatta dallo stesso Scornajenchi che illustrerebbe, tra l’altro, anche le modalità che hanno portato alla sua uscita.

L’ex direttore finanziario ha trovato in breve un’altra posizione di prestigio come amministratore delegato di Cdp venture, controllata, come Terna, dalla Cassa depositi e prestiti. Del Villano invece si è accasato ad Acea, la società del comune di Roma dove aveva già lavorato fino al 2020.

Un avvocato a teatro

Per sostituire Scornajenchi, l’ad Di Foggia ha promosso Francesco Beccali, un manager interno già responsabile dell’area finanza. Al posto di Del Villano è invece stato ingaggiato Danilo Del Gaizo, un professionista ben conosciuto negli ambienti politici romani, e non solo. Forte di ottimi rapporti con la destra di governo e anche con il governatore della regione Lazio, Francesco Rocca, a inizio anno Del Gaizo come vicepresidente della Fondazione Teatro di Roma, si è trovato al centro delle polemiche quando è stato ingaggiato il nuovo direttore del teatro, Luca De Fusco.

In trent’anni di carriera, il nuovo manager di Terna, che è avvocato dello Stato, ha collezionato incarichi anche nei ministeri, per esempio nel 2009-10, come vicecapo di gabinetto dell’allora ministro berlusconiano, Claudio Scajola. Nel 2010 Del Gaizo si era anche conquistato un posto al fianco del governatore campano Stefano Caldoro. Un’esperienza che si chiuse cinque anni dopo, quando al vertice della regione venne eletto Vincenzo De Luca, con uno strascico in tribunale. A Del Gaizo venne chiesto di restituire circa 70 mila euro, perché aveva superato il tetto dei compensi previsti per i dipendenti pubblici.Storie vecchie. L’avvocato dello Stato, 66 anni, è approdato a Terna con una veste nuova, quella di manager di una grande società pubblica, dirigente di fiducia della meloniana Di Foggia.

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