Non passa la proposta dell’ad Alberto Nagel sull’offerta pubblica di scambio per l’ente controllato dalla compagnia assicurativa. «Azionisti in conflitto di interesse»
(in aggiornamento)
L'assemblea di Mediobanca ha bocciato l'offerta pubblica di scambio su Banca Generali. Lo rende noto una nota dell’istituto: i voti favorevoli all'operazione voluta dall'ad Alberto Nagel si sono fermati al 35 per cento, quello contrari sono stati pari al 10 per cento e gli astenuti al 32 per cento del capitale.
«Un'opportunità mancata per effetto del voto espresso, in particolare, da azionisti che, anche nell'attività di engagement, hanno manifestato un evidente conflitto di interesse, anteponendo quello relativo ad altre situazioni/asset italiani a quello di azionisti di Mediobanca». È il commento dell'ad di Mediobanca Alberto Nagel. «Continueremo a essere concentrati sull'esecuzione del nostro Piano "One Brand - One Culture" convinti della superiore generazione di valore rispetto all'alternativa rappresentata dall'offerta di Mps».
Il passaggio di questa mattina definisce il destino di Mediobanca: Francesco Gaetano Caltagirone e la famiglia Del Vecchio hanno ora la strada spianata per conquistare Piazzetta Cuccia e il suo gioiello più prezioso, il controllo delle Generali. Un ribaltone storico, costruito con l’appoggio del governo di Giorgia Meloni e usando il Monte dei Paschi come cavallo di Troia per andare all’assalto della banca d’affari con un’ops lanciata a fine luglio e prossima concludersi con successo l’8 settembre.
La dinamica
I voti favorevoli sono stati pari al 35 per cento del capitale sociale, rappresentato per il 25 per cento da investitori istituzionali e per il 10 per cento da investitori privati. Contrario il 10 per cento, sostanzialmente il gruppo Caltagirone, mentre gli astenuti hanno toccato il 32 per cento del capitale, di cui il 20 per cento Delfin, 5 per cento le Casse previdenziali italiane (Enasarco, Enpam, Forense), 3 per cento investitori istituzionali (Amundi, Anima, Tages), 2 per cento Edizione Holding, 2 per cento Unicredit. Mediobanca, preso atto dell'esito dell'assemblea, dichiara decaduta l'offerta su Banca Generali, si legge nella nota.
L’operazione era di fatto l’ultima carta di Nagel per resistere (o almeno tagliare il valore del tesoretto in pancia alla merchant bank che guida, liberandosi della partecipazione in Generali a cui tanto tiene la cordata Delfin-Gruppo Caltagirone-palazzo Chigi) alla scalata di Mps. Ora, il manager dovrà capire come affrontare il futuro dopo che i sostenitori della scalata lanciata dall’istituto senese hanno a più riprese manifestato il loro scontento nei confronti del numero uno di Mediobanca, tanto che c’è chi ha già tirato in ballo la possibilità che la governance futura di piazzetta Cuccia possa essere un’altra.
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