Se davvero è una scalata, l’attacco del fondo Merlyn a Tim parte davvero da molto, molto lontano. Un comunicato diffuso ieri, giorno festivo, a mercati chiusi, ha reso noto che Merlyn partners e l’alleato Rn capital possiedono non più dello 0,021 per cento del capitale ordinario del gruppo di tlc. La nota è stata pubblicata su richiesta della Consob per fare chiarezza sulla reale consistenza del pacchetto azionario messo insieme dalla cordata guidata dal finanziere Alessandro Barnaba, fondatore di Merlyn, e dal socio Stefano Siragusa, già top manager di Tim.

Tutto è cominciato lo scorso 27 ottobre, quando la coppia di presunti scalatori aveva messo a rumore il mercato rivelando un’offerta per la rete di Tim alternativa a quella del fondo americano Kkr. La notizia arrivò con poche ore di anticipo sulla riunione del cda dell’azienda telefonica chiamato a valutare l’offerta di Kkr. Una settimana dopo, in una lettera indirizzata al board di Tm, Barnaba e Siragusa avevano precisato di possedere lo 0,006 per cento del capitale di Tim. Quello stesso giorno però un altro comunicato spiegava che al fondo facevano capo “più dossier titoli “e che nel complesso possedeva “una quota inferiore al 3 per cento”.

Qual è dunque lo stato dell’arte? Come si conciliano tra loro due dichiarazioni che a prima vista sembrano accreditare posizioni diverse? Per rispondere a questi interrogativi si è mossa la Consob, che nei giorni scorsi ha chiesto a Merlyn e a RN partners, la società di Siragusa, di rendere pubblica la consistenza effettiva delle loro partecipazioni nel capitale di Tim.

Domenica pomeriggio, un po’ in sordina, è arrivata la risposta alle sollecitazioni dell’authority di mercato. Il pacchetto gestito dalla coppia Barnaba-Siragusa non va oltre lo 0,021 per cento del capitale ordinario, lo 0,15 per cento se si tiene conto anche delle risparmio. In base alla quotazione di oggi il valore di questa quota supera di poco gli 840 mila euro. Non è granché per ambire a diventare interlocutori di peso di un gruppo che in Borsa vale 5,5 miliardi.

Dopo il gran polverone dei giorni scorsi, tra comunicati, interviste ai giornali e indiscrezioni varie, è probabile che la Consob proceda con ulteriori accertamenti per verificare se c’è stata una turbativa di mercato. Nel frattempo, il piano targato Merlyn, che puntava a conservare la proprietà delle rete cedendo le attività consumer e Tim Brasil, è stato rispedito al mittente dal cda di Tim, che ha siglato un’intesa definitiva per la vendita della rete a Kkr. Anche il governo ha chiuso la porta ai due nuovi interlocutori. Nelle prossime settimane si capirà se la Consob ritiene sufficienti i chiarimenti del comunicato di domenica oppure si prenderà tempo per ulteriori indagini.

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