Le scelte del governo di Mario Draghi per il rinnovo del consiglio di amministrazione delle Ferrovie dello Stato sembrano apparentemente scelte di discontinuità. Via l’ultimo resistente dei top manager targati Cinque stelle, Gianfranco Battisti, avanti Luigi Ferraris, l’uomo che dopo anni in Enel, ha seguito la quotazione in Borsa di Poste italiane collaborando con il ministero di Pier Carlo Padoan e che, passando dal consiglio di Mediocredito centrale, è approdato al timone della società elettrica Terna.

La sua esperienza sia sul fronte finanziario che nel settore dell’industria elettrica appare un punto di forza  per un settore come quello dei trasporti ferroviari che passa certamente per l’elettrificazione, e su cui sono pronti a piovere circa trenta miliardi dal piano nazionale di ripresa e resilienza, che salgono a sessanta considerando che Ferrovie dello stato ha in pancia l’altra grande stazione appaltante che è Anas. Il tutto mentre il gruppo continua a godere di una sostanziale protezione dalla concorrenza per la mancata liberalizzazione del mercato europeo.

Giadrossi e Candiani

In più a presiedere il gruppo arriva Nicoletta Giadrossi, un’altra professionista con un passato in una grande azienda di servizi di ingegneria e tecnologie per l’energia e le grandi opere come Technip, per cui è stata presidente della vasta area comprendente  Europa, Africa, Medio Oriente, Russia e India. Ad aggiungere un altro nome di peso in direzione della transizione digitale, arriva anche Silvia Candiani, che ha passato quasi quattro anni sulla poltrona di amministratore delegato di Microsoft Italia o meglio country manager per l’Italia, dopo un’esperienza decennale in Vodafone, Candiani è solo l’ultima de dirigenti dell’azienda di Bill Gates ad essere di recente arruolata nella galassia pubblica italiana.

Fin qui l’apparente discontinuità. Che almeno per il presidente segna anche una sorta di risarcimento, visto che Ferraris lasciò Terna per fare posto a un altro manager sostenuto dai Cinque stelle come Stefano Antonio Donnarumma. Ma a guardare bene, al di là della “purga” del mondo grillino, la continuità nel mondo delle stazioni appaltanti è molta, basta spostare il punto di osservazione.

Il ritorno di Moretti

Il nuovo amministratore delegato di Ferrovie dello stato, infatti, è stato nominato a ottobre 2020 e riconfermato un mese e mezzo fa nel consiglio di amministrazione del gruppo Psc Spa, società dell’impiantistica che ha appena scelto come amministratore delegato Mauro Moretti, che di Ferrovie è stato il dominus incontrastato per poco meno di un decennio. Proprio di Moretti, Ferraris potrebbe portare a termine il grande progetto di quotazione delle Ferrovie, poi accantonato, anche all’esperienza maturata in Poste italiane. 

Il gruppo di cui Moretti è ora al timone è un protagonista importante della nuova stagione degli appalti pubblici. È partecipato da Fincantieri per il dieci per cento e dalla Sace Simest per uno dei principali fornitori di Fs  conta da anni nel suo cda, oggi nel ruolo di vicepresidente, anche un altro immarcescibile delle aziende pubbliche, Fulvio Conti, cioè l’ex amministratore delegato di Enel, che assieme alla Terna da cui arriva Ferraris è un altro dei grandi clienti di Psc, ma anche l’ex generale della Guardia di finanza vicino all’ex primo ministro Matteo Renzi, Michele Adinolfi. 

Il gruppo presieduto da Umberto Pesce, guidato dall’ex amministratore delegato di Ferrovie dello stato Moretti, nel cui board sedeva fino a ieri il nuovo amministratore delegato di Fs e, è anche uno dei fornitori di Anas, la società che gestisce le strade italiane, che di Ferrovie dello stato è una delle principali controllate e un altro grande centro appaltante.

La crescita di Pesce

Come ricostruito dall’Espresso, Psc risulta tra i finanziatori dell’associazione dell’ex tesoriere della Lega, Giulio Centemero, Più Voci, per una cena dell’aprile del 2016.  

Negli ultimi anni la società ha registrato risultati impressionanti. Solo dal 2016 al 2019, prima dell’arrivo nel board di Ferraris nel 2020 e di Moretti nel 2021, secondo i dati pubblicati dalla società il valore complessivo della produzione è passato da 65 milioni di euro a 327 milioni, quintuplicato, e l’Ebitda è cresciuto da 6,1 milioni di euro 37,4 milioni più che sestuplicato. 

La società Psc Spa si occupa di impianti tecnologici complessi, e di tutte le opere fondamentali che sono a corollario delle infrastrutture, dai collegamenti in fibra ai sistemi di segnalazione per le infrastrutture.

Si tratta di un comparto che, secondo le stime del settore, potrebbe arrivare a valere un terzo dei fondi per le infrastrutture e che quindi nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza potrebbe rappresentare una torta complessiva di almeno venti miliardi di euro. 

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