Doveva essere la base della ripartenza di Mirafiori, ma i timori degli ultimi giorni sono stati confermati. La società di auto cinese Leapmotor ha siglato l’accordo per la joint venture con Stellantis per la produzione di auto elettriche, che però non avverrà nello stabilimento torinese, ma in Polonia, nella fabbrica di Thychy, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters.

È l’ennesimo colpo per lo storico stabilimento dell’ex Fiat. Mirafiori sta vivendo il suo momento più difficile, tra operai in cassa integrazione, mancanza di nuovi modelli, produzione ai minimi storici, uno sciopero annunciato ad aprile e una prospettiva di chiusura definitiva che diventa sempre meno remota, malgrado le smentite di rito dei vertici della multinazionale italo-francese. Il ceo di Stelantis, Carlos Tavares solo pochi giorni fa aveva parlato dell’Italia come «pilastro» del gruppo insieme a Francia e Stati Uniti, sottolineando il ruolo strategico di Mirafiori.

La 500 va in Algeria

Dopo l’annuncio sbandierato solo poche settimane fa, sull’ipotesi che le vetture elettriche dell’azienda cinese venissero prodotte a Mirafiori è calato il silenzio, che ha indispettito non poco lavoratori e sindacati, temendo si trattasse di una boutade dei vertici di Stellantis.

Sospetti confermati dall’annuncio che la Leapmotor T03, un modello di citycar full electric, verrà prodotta in Polonia a partire dal secondo trimestre del 2024. Andrà a sostituire la filiera della Fiat 500 a motore termico, che da Tychy passerà nel nuovo stabilimento di Orano, in Algeria, inaugurato pochi mesi fa.

Anche per quest’ultimo modello si vocifera di una possibile produzione a Mirafiori, per compensare gli scarsi volumi di produzione della 500 elettrica, che in Italia ha venduto poco più di 400 modelli dall’inizio di quest’anno. A questo si aggiunge la fine della produzione della Maserati Levante prevista per questo mese, che lascia con ben poche prospettive i lavoratori dello stabilimento torinese e di tutto l’indotto, già da tempo in grande sofferenza. L’arrivo di Leapmotor, come il ritorno della 500 “classica”, potevano far rifiatare la fabbrica, ma per il momento annunci e speranze non hanno seguito.

Sciopero in arrivo

Le conseguenze delle scelte del vertice di Stellantis sui lavoratori di Mirafiori sono drammatiche: su una superficie di tre milioni di metri quadri, metà dello stabilimento resta inutilizzato, tremila lavoratori sono in cassa integrazione, che è stata prolungata fino al 20 aprile, e il 12 aprile faranno sentire la loro voce in una giornata di scioperi e manifestazioni in tutta la città, che i sindacati preannunciano sarà il più importante degli ultimi 15 anni. Uno sciopero che suona come un grido disperato, a dispetto delle rassicurazioni che arrivano dal management aziendale. «Senza volumi di produzione la fabbrica muore», è il grido d’allarme lanciato dai sindacati, che non si fidano degli annunci di Tavares.

Infatti, tutte le ultime decisioni vanno in tutt’altro senso rispetto al rilancio della fabbrica. Stellantis ha siglato un accordo quadro con i sindacati per incentivare l’esodo volontario dei lavoratori, il secondo nel giro di pochi mesi dopo le lettere inviate a migliaia di dipendenti nel novembre dello scorso anno.

Nell’accordo in questione si parla di “definire le modalità di individuazione e i trattamenti economici previsti per i lavoratori interessati alla risoluzione del proprio rapporto di lavoro perché prossimi alla maturazione dei requisiti per usufruire di un trattamento pensionistico o che intendono intraprendere nuovi percorsi professionali”. Un tentativo di alleggerire il peso di una forza lavoro che appare sempre più sovrabbondante rispetto aller esigenze aziendali.

Incontro al ministero

Tra le organizzazioni sindacali sì è però chiamata fuori la Fiom, che ha subito preso le distanze dicendosi non disponibile a firmare con Stellantis “nessun accordo sulle uscite incentivate”.

Intanto il prossimo 3 aprile il futuro di Mirafiori sarà al centro del tavolo sull’automotive convocato al ministero delle imprese e del Made in Italy. L’incontro sollecitato dai sindacati ha l’obiettivo di verificare le possibilità concrete di rilancio per un settore sempre più in difficoltà. A dispetto delle promesse di Stellantis, che parla di un milione di veicoli da produrre ogni anno, quando a oggi non si arriverebbe alla metà.

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