La ministra Paola De Micheli nega l’evidenza. Passa sopra al fatto che il piano economico finanziario di Aspi, attualmente molto generoso nei confronti del concessionario, é uno snodo chiave nella trattativa in corso per la vendita delle quote da Atlantia a Cassa depositi e prestiti. Anche quando glielo fanno notare dentro l’aula del parlamento.

Secondo la Autorità di regolamentazione dei trasporti (Art), nata dopo lunghissimi rinvii per pagare pegno all’Unione europea che ci ha permesso ancora una volta di prorogare le concessioni autostradali, il piano tariffario è troppo generoso. 

Durante il question time alla Camera dei deputati, il deputato  di Leu Stefano Fassina ha fatto notare alla ministra che tra l'incremento tariffario proposto da Autostrade per l’Italia e l'incremento calcolato sulla base del modello dell'Art si genera un valore di 4-5 miliardi di euro. Tradotto significa un doppio danno per lo stato: «da un lato, maggiori oneri per gli utenti, dall'altro, innalzamento del prezzo da pagare a Atlantia dalla cordata guidata da Cassa depositi e prestiti per la cessione della quota di Aspi».

Ma Fassina ha fatto notare molte altre incongruenze segnalate dall’authority. Per esempio che è stata inclusa una tariffa relativa alle manutenzioni «incrementali», in realtà dovute dal concessionario a compensazione delle inadempienze gestionali degli anni precedenti, per un addebito agli utenti di 1,2 miliardi di euro. O anche che è «stata inclusa una tariffa attribuita agli effetti economici del Covid-19, calcolata annualizzando la caduta di traffico avvenuta nel periodo del lockdown completo, mentre la legge prevede il rischio traffico in capo al concessionario». 

Citando «Il Sole 24 ore» e «Domani» che riportavano notizie del negoziato in corso tra Aspi e Mit Fassina ha chiesto se il governo «non ritenga imprescindibile adottare le iniziative di competenza in ordine al Pef di Autostrade per l'Italia al fine di limitare l'incremento tariffario annuo a 0,87 per cento, come calcolato dall'Autorità di regolazione dei trasporti, ed evitare ingiustificati oneri aggiuntivi per gli utenti e ulteriore remunerazione indebita degli azionisti della concessionaria». 

Cioè se lo stato abbia intenzione di fare gli interessi dei suoi cittadini. 

De Micheli ha spiegato che «le osservazioni formulate dall'Autorità sulla proposta di Pef di Aspi sono attualmente oggetto di specifici approfondimenti che saranno ovviamente resi noti, non appena definiti» e ha fatto sapere di aver «rappresentato alla società la necessità di sviluppare la proposta di Pef, recependo puntualmente la nuova regolazione tariffaria introdotta dall'Autorità di regolazione dei trasporti», come previsto da un  decreto legge di ormai due anni fa.  Ma ha aggiunto che il piano economico finanziario è una questione prettamente procedurale, arrivando ad affermare anche che la questione da cui dipendono le tariffe e quindi i guadagni dei proprietari di Aspi «non ha nessuna influenza sulla trattativa riguardante gli impegni di Aspi ed Atlantia sul futuro assetto societario del concessionario». 

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