Il Consiglio dei ministri ha esercitato la golden power dando via libera con prescrizioni all'Ops di Unicredit su Banco Bpm. A quanto si apprende, si sarebbe tenuta un vertice di maggioranza prima della riunione del Cdm nel corso del quale Forza Italia avrebbe manifestato perplessità sull'esercizio della golden power da parte del governo sull'operazione.

L’offerta prevede lo scambio di titoli tra la seconda e la quarta banca italiana per capitalizzazione. Per Unicredit, che ha sede in piazza Gae Aulenti e di cui è ad Andrea Orcel (presidente è Pier Carlo Padoan), l’unione con la realtà guidata da Giuseppe Castagna porterebbe a contare 19 milioni di clienti e 4.763 filiali distribuite in tutta Italia.

L’operazione è stata criticata dal governo, con il vicepremier Matteo Salvini che in Unicredit ha visto «la minaccia di una banca straniera», dato che solo l’8 per cento delle azioni appartiene a investitori italiani. Era stato il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti a ventilare il ricorso al golden power, cioè la possibilità di bloccare vendite e acquisizioni in nome della sicurezza nazionale. 

La delegazione dei ministri di Forza Italia, a quanto si apprende da fonti del partito, ha chiesto di mettere a verbale in Cdm che esprime «grosse riserve» sulla base giuridica della golden power per l'Ops di Unicredit su Banco Bpm. L’acquisizione non è per nulla scontata. Come contropartita per l’appoggio alla scalata, Orcel dovrà fare delle concessioni ai francesi di Crédit Agricole, molto presenti in Italia e che detengono quasi il 20 per cento del Banco. Tra le richieste del gruppo transalpino ci sarebbe la cessione di centinaia di sportelli. E il governo tra le condizioni del via libera avrebbe posto proprio dei limiti all’eventuale cessione degli sportelli.

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