Al 41 bis si legge Dostoevskij

Mafia, nel carcere duro i boss trovano rifugio nella cultura

Piero Cruciatti / LaPresse
Piero Cruciatti / LaPresse
  • Nei loro covi avevano sempre una Bibbia, in qualche cassetto sono stati trovati copie di Calvello il Bastardo e dei Beati Paoli di William Galt. Per loro testi sacri, letteratura di mafia più che letteratura sulla mafia.
  • Una volta in carcere hanno trovato rifugio nella cultura, e rinchiusi da un quarto di secolo si sono ritrovati soli in compagnia di Dostoevskij e dei fratelli Karamazov, Svevo e Pirandello, dei filosofi tedeschi e dei teologi protestanti.
  • Cosa spinge i mafiosi, oltre alle restrizioni del 41 bis, a studiare forsennatamente? Gli esperti della materia ne sono convinti: ergastolo o non ergastolo, il popolo di Cosa Nostra è convinto che prima tornerà libero.

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