Giorgia Meloni si è recata in visita in Inghilterra per rafforzare i rapporti bilaterali con il Regno Unito. Si tratta della prima visita di due giorni che la presidente del Consiglio fa in un paese europeo, segno dell’importanza che le relazioni con Londra rivestono oggi – in un momento in cui i rapporti con Francia e Germania sono ai minimi storici – per l’Italia. Una posizione ricambiata dal Regno Unito. Ieri pomeriggio, subito dopo l’incontro al numero 10 di Downing Street, il premier inglese Rishi Sunak ha infatti organizzato un tour all’abbazia di Westminster. La visita all’abbazia ha un alto valore simbolico perché sarà lì che la prossima settimana, il 6 maggio, si svolgerà l’incoronazione di Re Carlo III, motivo per cui è attualmente chiusa al pubblico. Giorgia Meloni è quindi l’unico capo di governo ad aver avuto l’onore di vedere il luogo dell’incoronazione, i cui inviti sono riservati ai capi di stato e, solo in seconda battuta, ai primi ministri.

Che le relazioni tra i due paesi siano sempre più strette lo conferma anche il succedersi di visite reciproche negli ultimi mesi. Il 13 marzo ha fatto tappa a Londra il sottosegretario agli Esteri, Giorgio Silli, in due occasioni il ministro della Giustizia Carlo Nordio (a fine febbraio e il 21 marzo) e, la scorsa settimana, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco. Ma ancora più rilevante è stata la visita di tre ministri del governo britannico, il ministro degli Esteri, James Cleverley, della Difesa, Ben Wallace, e il ministro del Commercio internazionale e delle Imprese, Kemi Badenoch, l’8 e il 9 febbraio scorsi a Roma.

La bilaterale

Nelle dichiarazioni congiunte al termine del loro incontro, Meloni e Sunak hanno manifestato una profonda vicinanza di valori tra Italia e Inghilterra. Tra i due governi si registra infatti una marcata convergenza, soprattutto in politica estera.

A partire dalla posizione comune sulla guerra in Ucraina a favore della difesa di Kiev, per continuare con la volontà di limitare l’influenza di attori come Russia e Cina nel continente africano, fino ad arrivare al contenimento delle mire di Pechino nel quadrante Indo-pacifico.

Ma è soprattutto sul tema delle migrazioni che Meloni e Sunak trovano maggiore affinità. La presidente del Consiglio ha espresso apprezzamento per la politica migratoria inglese. «Sull’immigrazione illegale sto seguendo il tuo lavoro. Sì, sono assolutamente d’accordo con il tuo lavoro - ha detto parlando con il premier inglese - E penso che ci siano molte cose che possiamo fare insieme perché il problema che dobbiamo affrontare è la dimensione esterna. Per quanto riguarda l’Unione europea, sto ponendo questo problema, ma penso che il Regno Unito possa aiutare molto in questo lavoro».

In effetti, appena eletto, Rishi Sunak aveva dichiarato che fermare i migranti che sbarcano sulla costa inglese sarebbe stata una delle priorità del suo governo. Ai primi di marzo il premier ha presentato in parlamento un disegno di legge molto restrittivo che mira a far diventare un crimine arrivare in Inghilterra su imbarcazioni di fortuna e a deportare i migranti che arrivano senza visto d’ingresso nel paese, facendo perdere loro il diritto a risiedere per sempre nel Regno Unito.

Il memorandum

Per ufficializzare il «nuovo inizio» nelle relazioni tra i due paesi, Meloni e Sunak hanno firmato, a conclusione dell’incontro, un accordo sulla cooperazione bilaterale.

Il patto mette a sistema iniziative congiunte in aree di collaborazione prioritarie come sicurezza, difesa, energia, clima, ambiente, migrazione, economia, scienza e innovazione e consolida la «storica amicizia» tra i due paesi. Sul tema migratorio si legge: «Riconosciamo l’importanza di affrontare con urgenza la sfida condivisa dell’immigrazione clandestina e concordiamo di ampliare e rafforzare la cooperazione in questo settore, incluso a livello bilaterale attraverso il Dialogo sulla migrazione tra Italia e Regno Unito, nonché nei fori regionali, ivi incluso la Comunità politica europea. Si tratta di una sfida per l’intera Europa e che richiede una risposta a livello europeo. Lavoreremo insieme per proteggere i nostri confini, le vite delle vittime innocenti del traffico di esseri umani e la sicurezza del continente europeo».

Le proteste

Ad accogliere la presidente del Consiglio oltre all’omologo inglese però c’è stata anche una folla di alcune decine di contestatori. I manifestanti facevano parte di un’associazione per i diritti dei migranti, la Stand up to Racism, e hanno protestato contro le politiche migratorie del governo italiano, mostrando cartelli con la scritta No to fascist Meloni. Refugee welcome.

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