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Al centro del caso Angelo Cuva, docente universitario, frequentazioni nella politica regionale più compromessa, a processo a Caltanissetta per aver fatto parte – secondo l’accusa – di una catena di “talpe” che ha provato a violare l’inchiesta contro l’ex vicepresidente di Confindustria Calogero Montante.
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L’uomo giusto al posto giusto. Per proteggere dalle associazioni a delinquere la montagna di soldi che sta arrivando in Sicilia aveva messo a guardia un imputato di concorso esterno in associazione a delinquere.
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Cuva e il governatore Schifani, un legame molto stretto. Tutti e due coinvolti in una spy story dove l’ex presidente del Senato veniva indicato come il “Professore Scaglione”.
Chi proteggerà dalle associazioni a delinquere la montagna di soldi che sta per arrivare a Palermo? Ovvio, un imputato accusato di concorso in associazione a delinquere. È magia, stregoneria, è la Sicilia al tempo di Roberto Lagalla e di Renato Schifani, fenomenale coppia che – ne sono certo – farà a lungo parlare di sé. Chi vigilerà sui fondi del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza? Naturalmente uno straordinario accumulatore di incarichi e di cariche che è al centro di una spy



