«Sistema di illegalità ancora pervasivo». Nuova indagine sull’urbanistica a Milano

«Un altro oscuro capitolo della gestione urbanistica negli uffici del Comune di Milano». Che stavolta riguarda l’area di via Anfiteatro, con palazzi di pregio un tempo appartenuti all’amministrazione. Una zona che era stata ceduta ai privati e poi messa all’asta per nuovi interventi immobiliari: destinata in parte anche a progetti sull’edilizia popolare, a partire dal 2016 era diventata oggetto di «lottizzazione abusiva» e richieste di «ristrutturazione». Così, là, dove c’erano residui settecenteschi di palazzi di cinque e tre piani, era stato aperto un cantiere per il progetto immobiliare Unico Brera. Proprio quel cantiere, all’alba di giovedì mattina, è stato sequestrato dai finanzieri su disposizione del gip di Milano Mattia Fiorentini: sotto la lente degli inquirenti due edifici, rispettivamente di quattro e undici piani, per ventisette appartamenti, venduti a partire da 700mila euro. Per le nuove costruzioni, secondo la tesi accusatoria, non sarebbero stati chiesti i permessi adeguati, ma soltanto una semplice segnalazione di inizio attività. Da qui la prosecuzione dell’attività dei pm di Milano, determinati a contrastare la «speculazione edilizia in città», nonostante la recente bocciatura della Cassazione sugli arresti disposti nel maxi filone investigativo, “Grattacieli puliti”, in cui a essere coinvolto, oltre al “re del cemento” Manfredi Catella, è pure il sindaco Beppe Sala. In totale gli indagati del nuovo procedimento sono ventisette. Gli si contesta non l’ipotesi di corruzione, come nei confronti degli iscritti di “Grattacieli puliti”. Ma, a vario titolo, i reati di abuso edilizio e falso. Urbanistica, perché Milano deve fermare i grandi cantieri in corso Inchieste incrociate Nelle ottanta pagine di provvedimento giudiziario compaiono i nomi di vecchie e nuove conoscenze, tra architetti, notai, ex componenti della commissione Paesaggio a Palazzo Marino, ex dirigenti e funzionari comunali. Dallo storico ex dirigente del settore edilizio dell’amministrazione, già ai domiciliari, Giovanni Oggioni fino all’architetto Mario Cerri, già definito negli atti giudiziari il «redattore occulto del Salva-Milano». Ancora, tra gli indagati: il professionista Alessandro Scandurra (anche lui è tra i coinvolti in “Grattacieli puliti”), e gli imprenditori Stefano e Carlo Rusconi, che sono a processo per il caso della Torre Milano di via Stresa. «L’azione di Oggioni – scrivono i pm – è stata trasversale: fin quando era in servizio come pubblico funzionario del Comune dirigeva le riunioni di staff con i funzionari e contemporaneamente sedeva al tavolo “C’è Milano da Fare” dove discuteva di regolamento edilizio in uno stato di costante conflitto di interessi e sempre a favore dell’incremento delle volumetrie e dei minimi oneri per l’operatore privato e negando la vigenza dei minimi inderogabili standard di legge, sottostimando gli interventi e la loro onerosità». Dunque, sono «il regime di mancata trasparenza» e la consumazione di «falsi ideologici» che i pm contestano. Il gip, negli atti, dedica un passaggio anche alla commissione Paesaggio, sciolta a maggio 2025. «Si è da pochi giorni insediata una nuova commissione – scrive Fiorentini – ma il suo nuovo regolamento, di cui il comune si è dotato in sostituzione del primo che attribuiva espliciti poteri derogatori alla commissione, non garantisce migliori parametri di chiarezza, quanto ai poteri che in capo alla stessa rimangono attribuiti». Urbanistica, le chat con Sala: «La procura crea problemi» «Sfaldamento di Milano» Per le difese il titolo edilizio che i magistrati della procura guidata da Marcello Viola contestano è tuttavia «valido», dal momento che «c’è stato un pronunciamento del Consiglio di Stato passato in giudicato». A fare da contraltare alle parole dei legali degli indagati le carte dei pm. Carte in cui viene delineato ancora una volta il sistema «di sfaldamento» della città e «l’opera di falsificazione protrattasi per oltre un quindicennio che ha a oggetto le aree e gli ambiti tra i più preziosi e identitari del territorio di Milano». E giovedì la procura ha pure chiuso un’altra delle indagini sulla gestione dell’urbanistica che riguarda lo “Scalo Hose”, il complesso immobiliare tra via Valtellina e via Lepontina, sequestrato l’anno scorso, dove è stata realizzata una residenza universitaria per 122 posti letto e si stavano costruendo due edifici, una torre di 13 piani e un palazzo di 8 piani. In questo filone sono indagate ventidue persone. Tra loro, nuovamente, l’ex dirigente dello Sportello unico per l’edilizia del comune di Milano Oggioni e i componenti dell’allora commissione per il paesaggio, tra cui Scandurra e Marco Stanislao Prusicki. Indagato anche il progettista Paolo Mazzoleni, che è assessore a Torino. «Sistema di illegalità manipolatoria che nonostante le apparenze non si arresta ed è ancora pervasivo», è quanto si legge inequivocabilmente negli atti. Urbanistica, le chat con Sala e l’incontro con Salvini sul salva-Milano