Margaret Karram e Jesús Morán, presidente e copresidente dei Focolari, saranno ricevuti in udienza dal papa giovedì 7 dicembre, giorno in cui ricorrono gli ottanta anni dalla fondazione del movimento da parte di Chiara Lubich. Nel pomeriggio, poi, il cardinale Kevin Joseph Farrell, prefetto del Dicastero per i Laici, la famiglia e la vita, presiederà una messa di ringraziamento nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, insieme ad altri cardinali e vescovi.

Una celebrazione in pompa magna per un movimento che ha dovuto ammettere di avere al suo interno diversi casi di pedofilia (66 i casi individuati dal 1969 al 2012, secondo i dati raccolti dalla Commissione interna dei Focolari): il più eclatante è senz'altro quello di Jean-Michel Merlin, un focolarino francese che ha violentato almeno 37 bambini e che è stato definito un «abusatore seriale di minori». Ma, come abbiamo scritto su Domani, Karram e Morán non vogliono rendere noti i nomi di questa “lista” di membri con segnalazioni di molestie e violenze.

Un movimento che, durante l'assemblea generale dei Focolari del febbraio 2021, papa Francesco aveva messo in guardia dalla tentazione dell'autoreferenzialità, «che induce a difendere sempre l’istituzione a scapito delle persone, e che può portare anche a giustificare o a coprire forme di abuso».

Meno di due settimane fa, il 25 novembre, lo stesso papa ha però nominato Margaret Karram membro del Dicastero per i laici, la famiglia e la vita: una decisione che ha destato stupore e scandalo fra le vittime e i fuorisciti dal movimento. L'Oref, organizzazione ex focolari, ha scritto una lettera aperta al cardinale Farrell in cui sottolinea la grave incompatibilità della nomina della presidente dei Focolari con la funzione di tutela che il Dicastero riveste in caso di denunce di abuso all'interno dei movimenti.

«Questa nomina – si legge nella lettera di Oref – si configura come un grave conflitto di interessi: per noi e per le vittime di abusi, quel Dicastero era l’ultima istanza cui rivolgersi nella speranza di ottenere ascolto, comprensione e giustizia. E ora?».

Ora, chi controlla adesso il controllore? La contraddizione appare evidente, soprattutto se si pensa alla “tolleranza zero” sugli abusi proclamata più volte da Bergoglio. «Margaret Karram dovrebbe contemporaneamente operare per risolvere il problema degli abusi all'interno del movimento dei Focolari ed esprimersi poi sulle accuse di questi ultimi in seno al suo dicastero», spiegano gli ex focolarini.

Approvato dalle gerarchie ecclesiastiche nel 1962 (quasi vent'anni dopo la sua fondazione) con il nome di Opera di Maria, il movimento dei Focolari ha la sede centrale a Rocca di Papa ed è oggi diffuso in 182 paesi. «Si fa davvero fatica a capire il senso di questa decisione di Francesco. Come mai il papa, che con la Costituzione apostolica sulla Curia romana ha riorganizzato il governo della Chiesa cattolica, genera un simile conflitto di interessi con queste nomine, del tutto a svantaggio delle vittime che vorrebbe a parole difendere, proteggere e tutelare?», si domandano Martina Castagna e Guido Licastro, ex focolarini sposati e membri di Oref.

Un controsenso che interroga molti: «Come mai la stessa Margaret Karram non ha avuto la prontezza di rinunciare a questa nomina a favore delle vittime?», si chiede ancora Licastro.

«Il Dicastero non può più essere uno spazio di ascolto neutro in cui poter denunciare situazioni di abuso o di difficoltà che dovrebbero essere valutate in modo imparziale e obiettivo», conferma in un comunicato il coordinamento contro gli abusi sessuali nel clero Italy Church Too.

Tra i nuovi membri nominati dal papa al Dicastero ci sono infatti persone che ricoprono ruoli dirigenziali in movimenti ecclesiali (come Comunione e Liberazione, Opus Dei, Cammino Neocatecumenale, oltre ai Focolari), che da qualche anno sono al centro di contestazioni per derive settarie e abusi spirituali, sessuali, di coscienza.

«Gli abusi in alcuni casi sono stati per anni nascosti e coperti, in molti casi non sono stati adeguatamente indagati e le denunce non sono state prese in considerazione, probabilmente perché questi movimenti sanno di godere della protezione dell’autorità vaticana – puntualizza Italy Church Too – Queste nomine dimostrano quindi che papa Francesco (o chi lo consiglia) non ha voluto valutare con obiettività le segnalazioni».

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