Sono cinque le persone fermate e oltre un centinaio quelle identificate per aver fatto il saluto romano ad Acca Larentia, la commemorazione nell’omonima via per i tre militanti del Movimento sociale italiano uccisi 46 anni fa, il 7 gennaio del 1978.

La questura ha trasmesso alla magistratura una prima informativa contestando il reato di apologia del fascismo a carico di cinque esponenti di CasaPound, individuati tra i circa mille partecipanti. Lo ha riferito il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi durante il question time alla Camera.

Gli inquirenti stanno lavorando sui filmati per proseguire con le identificazioni di un’altra cinquantina di persone. Per il ministro «lo spirito della commemorazione di tragedie così gravi come quella di Acca Larentia, che causò il vile assassinio di giovani vite e che rimane tuttora senza giustizia», è stato «tradito dalla riproposizione di gesti e simboli che rappresentano un’epoca condannata dalla storia».

Molti dei partecipanti alla commemorazione sono legati a movimenti di estrema destra, come CasaPound, Forza Nuova, Blocco Studentesco e appartenenti a frange del tifo ultras del Lazio e della Roma. I presenti facevano parte anche di gruppi provenienti da altre regioni e dall’estero. I magistrati hanno ricevuto l’informativa e dovranno valutare, in base agli elementi raccolti dalla questura, se aprire un fascicolo di indagine.

Piantedosi ha evidenziato che nel passato la commemorazione ha registrato numeri «ben maggiori, con un picco di 3mila presenze nel 2018». La questura di Roma, spiega il ministro, ha privilegiato le attività di osservazione per l’acquisizione di elementi utili da sottoporre alla magistratura per l’eventuale commissione di reati. 

Sulle ulteriori iniziative sollecitate dalla segretaria del Partito democratico Elly Schlein volte allo scioglimento di organizzazioni di carattere eversivo, i governi, ha concluso il ministro, «anche sostenuti dalla parte politica degli onorevoli interroganti, non hanno mai adottato iniziative in tal senso». Piantedosi ha comunque sottolineato che tutte le forze politiche «prendono distanza dai comportamenti contrari alla nostra cultura democratica».

La replica di Schlein

È imbarazzante il silenzio della premier Giorgia Meloni sui fatti di Acca Larentia, ha detto Schlein replicando al ministro Piantedosi, ricordando che «avere un presidente del Senato (Ignazio La Russa) che cerca di legalizzare il saluto fascista,  è un insulto a chi ha fatto la resistenza in questo paese». Per Schlein le organizzazioni neofasciste devono essere sciolte come chiede la Costituzione, «perché rappresentano un pericolo per la pubblica sicurezza». 

E ha ricordato che non si tratta di cani sciolti ma di gruppi ben organizzati, «con cui siete andati a spasso per anni», e che hanno nostalgia del disciolto partito fascista. Nel 2008, ha aggiunto la segretaria dem, Meloni era ad Acca Larentia accompagnata da Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia, e Giuliano Castellino, ex di Forza nuova condannato a 8 anni di reclusione per l’assalto alla Cgil.

La celebrazione

Ogni anno la destra neofascista commemora davanti all’ex sede del Movimento Sociale Italiano, in via Acca Larentia, una traversa di via Tuscolana a Roma, l’uccisione di tre militanti. Due sono stati uccisi da colpi di arma da fuoco un gruppo, il terzo invece è stato ferito gravemente in uno scontro con le forze dell’ordine ed è morto dopo pochi giorni. Ma non sono mai state accertate le responsabilità per gli omicidi. 

La celebrazione però è molto di più della commemorazione per i militanti uccisi. È il luogo in cui da anni sfilano i gruppi del neofascismo romano, di fronte all’opinione pubblica e alla digos, alla ricerca di un’egemonia.

In europa

Le immagini di Acca Larentia sono arrivate anche a Strasburgo dove è stata approvata la richiesta dei Socialisti Ue di calendarizzare alla sessione plenaria del Parlamento europeo un dibattito sull’estrema destra e sui fatti del 7 gennaio in Italia, il prossimo martedì 16 gennaio.

“Lotta contro la rinascita del neofascismo in Europa, anche a partire dal corteo svoltosi a Roma il 7 gennaio” sarà il nome del dibattito, inserito in agenda con il sostegno di Sinistra Ue, Verdi, S&D e Renew Europe.

La querela dell’Anpi

L’Associazione nazionale partigiani d’Italia ha presentato «una denuncia querela contro tutti i partecipanti al raduno fascista del 7 gennaio». Una manifestazione che, sottolinea l’Anpi, si ripete da anni con le stesse modalità, dove «i circa mille partecipanti, schierati in formazione paramilitare e al grido “presente”, per ben tre volte e all’unisono si esibivano nel saluto romano». 

L’apologia del fascismo, ricorda l’associazione dei partigiani, è condannata dalla legge Scelba che punisce chiunque «partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista». Per l’Anpi, la manifestazione si è trasformata nell’occasione per la rievocazione del regime fascista: «un migliaio di nostalgici impegnati a celebrare l’ideologia e le aberrazioni che hanno caratterizzato il ventennio fascista», scrive l’associazione, segnalando il rischio di riunione delle organizzazioni di «irriducibili e nostalgici del fascismo» e di una «nefasta ripetizione della cupa storia».

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