Il simbolo, sbiadito nel tempo, è stato ridisegnato dai giovani nel luogo della commemorazione delle vittime del 1978. I residenti: «Simbolo distintivo per movimenti neofascisti e suprematisti»
È tornata ad apparire ad Acca Larentia la croce celtica, simbolo da tempo al centro di polemiche, proprio nel luogo della strage del 7 gennaio 1978, quando tre giovani militanti del Fronte della Gioventù furono uccisi.
Il segretario del Pd di Roma, Enzo Foschi, ha denunciato la nuova comparsa del graffito, mentre il presidente del VII Municipio, Francesco Laddaga, ha ribadito che sarà necessario l’intervento dell’Inps: «Anche questa volta, come l'anno scorso abbiamo scritto all'Inps per chiederne la rimozione poiché come municipio non possiamo intervenire direttamente perché l'area in questione è condominiale e deve agire direttamente la proprietà», ha spiegato il presidente.
Secondo quanto riportato dai residenti, il disegno sarebbe stato ridipinto lo scorso mercoledì da un gruppo di almeno cinque giovani, in pieno giorno, come documentano le foto inviate al Municipio. La croce celtica era già stata oggetto di discussione a gennaio 2024, quando la maggioranza municipale aveva approvato una mozione per chiederne la cancellazione, definendola «simbolo distintivo per i movimenti neofascisti e suprematisti bianchi». Già allora si sottolineava come l’immagine, realizzata nel 2017, non fosse mai stata rimossa nonostante le sollecitazioni degli abitanti della zona.
Ad Acca Larentia, ogni 7 gennaio da 47 anni, si svolge la commemorazione delle vittime del 1978, che richiama militanti di destra, in particolare di Casapound. Il rito prevede il grido dei nomi dei caduti, il “presente” ripetuto tre volte e il saluto romano. Per questo appuntamento l’area viene transennata e presidiata dalle forze dell’ordine, che negli ultimi anni hanno identificato gli autori dei saluti.
© Riproduzione riservata



