È morto a causa del coronavirus Saeb Erekat, capo negoziatore e segretario generale dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp). La conferma è arrivata dal figlio Ali e poi dall'Hadassah Medical Center, l'ospedale di Gerusalemme dove era ricoverato in terapia intensiva per il Covid-19, oltre che dal suo partito Fatah. L'annuncio della sua scomparsa, all'età di 65 anni, è risuonato anche nelle vie della città della sua infanzia, Gerico, attraverso gli altoparlanti della moschea locale. Erekat era un soggetto particolarmente a rischio Covid-19, visto il trapianto di polmone che aveva ricevuto nel 2017.

«La dipartita del fratello e amico, il grande combattente Saeb Erekat, rappresenta una grande perdita per la Palestina e il nostro popolo, e ci sentiamo profondamente rattristati dalla sua scomparsa, soprattutto alla luce di queste difficili circostanze che deve affrontare la causa palestinese», è il messaggio del presidente palestinese Mahmoud Abbas, che ha annunciato tre giorni di lutto.

Per l'Alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Unione europea, Josep Borrell, «la sua scomparsa rappresenta una grande perdita per il popolo palestinese e per il processo di pace in Medio Oriente».

Erekat è stato protagonista di alcuni momenti cruciali della storia del conflitto israelo-palestinese, a partire dalla conferenza di Madrid, nel 1991, quando si presentò avvolto in una kefiah a scacchi bianchi e neri, simbolo palestinese, per arrivare agli accordi di Oslo con la storica stretta di mano tra il premier israeliano Yitzhak Rabin, e il leader dell'Olp Yasser Arafat (del quale ricorrono i 16 anni dalla morte) sotto gli occhi di Bill Clinton.

Ha preso poi parte anche alla maratona di colloqui ospitati dallo stesso Clinton a Camp David nel 2000, naufragati nell'impossibilità di raggiungere un punto comune, a pochi mesi di distanza dalla seconda intifada. Diventato alto funzionario palestinese, era stato considerato come possibile successore di Arafat, scomparso nel 2004, per poi arrivare a ricoprire il ruolo di negoziatore senior per l'attuale leader palestinese Mahmoud Abbas.

Nato nel 1955 ad Abu Dis, cittadina araba vicino a Gerusalemme, ha trascorso la maggior parte della sua vita a Gerico in Cisgiordania, un periodo del quale ha parlato spesso nelle interviste ai media occidentali per offrire un punto di vista palestinese sull'occupazione israeliana. Negli Anni 70 si è trasferito negli Stati Uniti per studio e al suo ritorno è diventato professore alla An-Najah University di Nablus e redattore del quotidiano Al-Quds.

Convinto fautore della soluzione dei due Stati, ha sempre difeso la leadership palestinese, rimproverando Israele, e in particolare la politica del premier Netanyahu, per il mancato raggiungimento di un accordo. Nell'ultimo periodo ha criticato il piano per il Medio Oriente di Donald Trump affermando che «gli agenti immobiliari» non avrebbero mai risolto il conflitto e accusando il magnate e Netanyahu di collaborare per «distruggere il progetto nazionale palestinese».

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