Gli italiani scontano l’assenza di una strategia nazionale per il diritto all’abitare. Da qui discendono le liste infinite per alloggi popolari insufficienti, costi per gli affitti proibitivi, sfratti in aumento e centri storici assediati dalle locazioni brevi. Mentre il patrimonio edilizio soprattutto al sud e nelle aree interne diventa sempre più vetusto
Nella grande trasformazione che viviamo sta cambiando radicalmente il modo di abitare, i tipi, le taglie e i calendari delle “famiglie”, la mobilità delle persone e le aspettative di spazio vitale, tutto diviene più fluido, aumenta il lavoro povero. D’altra parte pesano le inerzie di un patrimonio in genere poco rinnovato, costruito secondo vecchi standard spaziali e aumentano le inerzie dei proprietari che in Italia, in gran parte, non sono gestori di grandi quantità di alloggi e che sono meno



