Il governo Draghi ha deciso di riformare il Comitato tecnico scientifico, il principale organo di consulenza nella gestione della pandemia di Covid-19. Il coordinatore, l’ex capo della protezione civile Agostino Miozzo, è stato sostituito e il numero di componenti è stato ridotto a dodici.

Tra loro ci sono medici, scienziati, esperti di legge, professori e presidenti di importanti istituzioni scientifiche. Alcune sono vecchie conoscenze del Cts, altri sono stati nominati per la prima volta. Tra questi ultimi c’è una figura che spicca tra tutti per via di un curriculum unico, che non sembra avere nulla a che fare con quello dei suoi colleghi.

Si tratta di Alberto Giovanni Gerli, ingegnere quarantenne padovano, imprenditore specializzato in sistemi di illuminazione e appassionato del gioco di carte Bridge, al punto da essersi candidato, lo scorso gennaio, a presidente della Federazione italiana gioco.

Ma non era per la passione del Bridge che il governo Draghi lo ha chiamato al Cts. Gerli non si è mai occupato in passato di epidemiologia o di studio dei virus. Ma, come ha raccontato a Domani, è da sempre un appassionato di numeri e di matematica.

Per questo, alla fine dello scorso febbraio, all’inizio della pandemia, ha contattato alcuni professori dell’Università Statale di Milano e ha proposto loro di collaborare a un modello per predirre l’andamento della pandemia. Pochi giorni dopo, Gerli ha registra tramite la sua impresa, la Tourbillon Tech Srl di Padova, un sito chiamato “predictcovid-19”, dove ha pubblicato un suo personale modello che, sostiene, è in grado di prevedere con esattezza l’andamento dell’epidemia sulla base di pochissimi dati di partenza.

Scettico sui lockdown

Due assunti centrali del suo modello sono che le misure di contenimento, per essere efficaci, devono essere prese entro 17 giorni dalla scoperta primo caso di contagio; il secondo assunto è che la curva dell’epidemia si piega naturalmente nel giro di 40 giorni e i lunghi lockdown non sono quindi particolarmente utili.

A partire dai primi giorni di aprile dell’anno scorso, Gerli ha iniziato a promuovere la sua teoria sui social network. Ha inviato tweet al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, al presidente del Veneto Luca Zaia, al governatore di New Yor Andrew Cuomo, a Chiara Ferragni e a suo marito, il cantante Fedez.

Nei giorni successivi, dopo aver abbassato un po’ le sue aspettative, Gerli ha iniziato a twittare ai giornalisti italiani, ricordando loro il suo lavoro di imprenditore e chiedendogli di dare spazio alla sua trovata. Il 19 aprile, Gerli riesce finalmente a far pubblicare il suo studio.

Gerli non è l’unico ad aver lavorato al modello. Ci sono anche professori universitari italiani e stranieri, ma il primo articolo che gli è stato dedicato, sul Corriere della Sera, non aveva dubbi a individuare in Gerli il «cervellone matematico» del gruppo (oggi Gerli dice che il giornale presenta alcune delle loro conclusioni in modo un po’ troppo netto).

La celebrità

Da allora, Gerli e il suo modello hanno acquistato sempre maggiore credibilità e diffusione, soprattutto in uno specifico gruppo di medici ed esperti di sanità, molti dei quali lombardi, scettici nei confronti delle misure di contenimento della pandemia e vicini al centrodestra e alla presidenza della regione Lombardia. Tra gli altri, il professor Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri, Carlo La Vecchia e Stefano Centanni. In tutto, Gerli dice di aver fatto nove pubblicazioni differenti con vari ricercatori.

Lo stesso Gerli viene spesso indicato dai giornali come «punto di riferimento» per la regione Lombardia e come «data scientist» vicino al ministero dello Sviluppo economico, oggi guidato dal leghista Giancarlo Giorgetti (Gerli ha precisato che quest’ultima qualifica non è in realtà corretta ed è frutto di un errore dei giornali).

Secondo fonti vicine al Cts, la nomina di Gerli è arrivata proprio in seguito alla richiesta da parte delle forze di centrodestra di riequilibrare il Cts, inserendo al suo interno esperti più in linea con le loro idee aperturiste, come il presidente dell’Aifa Giorgio Palù.

Gerli dice che se la sua nomina è stata sponsorizzata politicamente lui non ne è stato informato e che, in ogni caso, il suo ruolo sarà quello di fare «analisi matematiche» e non di prendere decisioni sul lockdown.

Le previsioni sballate

Il modello proposto da Gerli, però, è ben lontano dall’essere condiviso dalla comunità scientifica. Anzi, sono in molti in questi giorni ad aver sottolineato che non ha sostanzialmente basi scientifiche e che non si capisce per quali ragioni Gerli sia stato nominato al Cts.

Matteo Villa, il ricercatore che per il centro studi Ispi analizza e pubblica analisi sulla pandemia, ha definito il modello predittivo «falso e pericoloso». 

Gli articoli pubblicati sulle principali riviste scientifiche, come Nature e Lancet, non solo non confermano la sua teoria sui primi 17 giorni e sulla curva che si piega sempre dopo 40 giorni, ma sottolineano l’efficacia immediata che i lockdown hanno nel ridurre l’incidenza.

Anche la capacità predittiva del suo modello è stata messa in dubbio. Lorenzo Ruffino, analista Covid-19 per YouTrend e Pagella Politica, ha messo in fila alcune delle predizioni più recenti fatte da Gerli. 

Il 28 gennaio, ad esempio, aveva previsto che per la metà di marzo la Lombardia avrebbe avuto 350 nuovi casi al giorno. In questi giorni, però, la media settimanale è di circa 4.700 nuovi casi al giorno.

Il 22 febbraio, Gerli aveva provato a identificare le aree del paese in cui le varianti del coronavirus erano più diffuse: nella mappa che ha pubblicato ha lasciato vuote Campania, Liguria, Molise e Sardegna. Ma secondo uno studio dell’Iss pubblicato il 2 marzo, proprio queste regioni erano quelle con la maggior circolazione di variante inglese, con una prevalenza superiore al 60 per cento.

Il primo febbraio Gerli ha detto in un’intervista che in Veneto «si potrà magari verificare qualche ritardo ma per la fine di febbraio la regione quasi certamente entrerà nella zona bianca». Oggi il Veneto è in zona rossa.

Gerli oggi difende le sue previsioni e sottolinea come, ad esempio, i suoi modelli di gennaio non potessero tenere conto dell’effetto imprevisto varianti e che, se corretti per questo fattore, sarebbero ancora validi. Riconosce comunque che la sua nomina è effettivamente insolita, ma né da il merito al suo lavoro dell’ultimo anno. Per quanto riguarda la Federazione italiana gioco Bridge, sottolinea che non ci saranno conflitti con il suo nuovo ruolo: le elezioni per il nuovo presidente si sono già svolte e lui, purtroppo, ha perso.

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