Alla Biennale di Venezia un cartello appeso fuori dal padiglione di Israele comunica che l’esposizione rimarrà chiusa «sino a che non sarà pattuito un cessate il fuoco e non saranno liberati gli ostaggi» che dal 7 ottobre 2023 si trovano nelle mani di Hamas.

La decisione è stata presa dal curatore e dall’artista Ruth Patir, che però non intendono cancellare l’esibizione (M)otherland. Per Patir si tratta di una «scelta di solidarietà con le famiglie degli ostaggi e la grande comunità di Israele che chiede un cambiamento».

Se ci si affaccia alle finestre del padiglione si può comunque vedere il lavoro video Keening dell’artista, che assieme al curatore precisa che la mostra «aspetta dentro il momento in cui i cuori potranno ancora una volta essere aperti all'arte».

Inoltre Patir spiega: «Come artista ed educatore rifiuto fortemente il boicottaggio culturale, ma ho una grande difficoltà a presentare un progetto che parla di vulnerabilità per la vita in un momento in cui non c'è rispetto per essa». 

Oggi la Biennale aprirà per dare un’anteprima ai media, ma il padiglione di Israele resterà chiuso.

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