Questa mattina i vigili del fuoco hanno recuperato il corpo di un uomo a Serra de’ Conti, in provincia di Ancona. Il bilancio delle vittime dell’alluvione delle Marche è salito così a 11. Fino a ieri pomeriggio mancavano all'appello il piccolo Mattia, di 8 anni, di cui il giorno prima era stata tratta in salvo la mamma, oltre a lui si cercava ancora Brunella Chiù, la 56enne che era in auto con sua figlia. Lei vittima accertata del nubifragio, Noemi, di 17 anni.

La procura ha aperto un’inchiesta per omicidio e inondazione colposi. Al momento il fascicolo rimane a carico di ignoti, i magistrati vogliono capire se esistano responsabilità nella tragedia che ha travolto la regione. Due i filoni di indagine. Il primo si focalizza sull’allerta, che non c'è stata perché i bollettini meteo non segnalavano livelli di precipitazioni preoccupanti. Il secondo punta a rilevare eventuali responsabilità e negligenze negli interventi di manutenzione sui corsi d'acqua che hanno causato le inondazioni. I Carabinieri hanno acquisito documentazione in merito negli uffici regionali da mettere a disposizione della Procura. I Forestali - che hanno una specifica competenza in questo campo - si stanno poi occupando dei lavori di manutenzione e pulizia dei corsi d'acqua esondati. Le indagini sono nelle fasi iniziali.

La ricerca

L’undicesima vittima della bomba d’acqua di venerdì notte è stato Michele Bomprezzi, 47enne di Arcevia, la cui auto è stata trovata nel fiume Misa. L'uomo lavorava nelle biblioteche di Staffolo e di Cupramontana ed era il fratello dell'ex sindaco di Arcevia, Andrea Bomprezzi.

Le ricerche dei dispersi è andata avanti per tutta la notte ed è continuata il giorno dopo. Tanti i comuni che fino a ieri erano sono sommersi da acqua e fango: in provincia di Pesaro Urbino, Cantiano, Cagli, Frontone, Pergola, Serra Sant'Abbondio; in provincia di Ancona: Sassoferrato, Arcevia, Ostra, Serra de Conti, Barbara, Trecastelli, Corinaldo.

Per aiutare sono arrivati vigili del fuoco anche da altre regioni. Centinaia gli sfollati. «È un disastro. Faremo tutto il possibile» ha detto venerdì durante la visita a Pianello di Ostra, la località più colpita, il presidente del Consiglio Mario Draghi.

I comuni hanno continuato a chiedere ai propri cittadini di restare ai piani alti delle abitazioni e a non uscire, visto che nei territori flagellati dal maltempo acqua e vento, c’erano raffiche previste fino a 90 km orari. Anche ieri era stata segnalata allerta gialla su tutto il territorio, ma adesso, nessuno sa se veramente i rischi saranno solo quelli previsti. Nessuno avrebbe mai immagino che oltre 400 millimetri di pioggia si sarebbero abbattuti nelle Marche in meno di quattro ore: «Il problema è che – ha detto il sindaco di Senigallia Massimo Olivetti - avendo un allerta gialla per vento e pioggia la situazione è grave. Qui sta piovigginando, la protezione civile ci dice che pioverà fino alle 16. Il vento ci preoccupa molto».

Il ritardo della politica

Mentre le procure indagano resta la domanda: la tragedia poteva essere evitata? La Protezione civile della Regione Marche ha parlato di «un fenomeno meteo impossibile da prevedere nella sua intensità e sviluppo con le attuali conoscenze disponibili».

Gli esperti non rispondono sul caso specifico: «L’alluvione era difficilmente prevedibile, ma i temporali autorigeneranti – ( così si chiama la pioggia torrenziale di venerdì notte, ndr) – sono un fenomeno che si conosce bene», spiega Antonello Pasini, climatologo del Cnr. Quello che è accaduto «qualche ora prima si sarebbe potuto vedere con le tecnologie giuste, identificando almeno l’area» afferma, «ma come riesci a trasferire queste informazioni in così poco tempo? Ci sono dei limiti intrinseci».

Anche questo problema non è sconosciuto, ma il rischio non è ancora diventato più cogente dell’emergenza, che conta ancora un altro commissario. Ieri il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha firmato l'ordinanza che disciplina i primi interventi urgenti e ha nominato il presidente Francesco Acquaroli commissario all’emergenza. Un primo tentativo di reazione anticipata in realtà negli anni scorsi è stato fatto, ma racconta ancora una volta il ritardo della politica, che va a sommarsi ai problemi di manutenzione delle risorse idrogeologiche e alla risposta all’allerta. In Italia dovrebbe esistere da cinque anni l’Agenzia Italia Meteo. Prevista dalla legge 205 del 2017, la finanziaria, l'Agenzia è un servizio meteorologico nazionale che deve svolgere attività di previsione meteo, monitoraggio, valutazione climatica, gestione dei dati e comunicazione, creando una collaborazione tra Arpa e Protezione civile. Tra cambi di governo e pandemia, il Regolamento per l’organizzazione è arrivato solo a gennaio 2021, e il direttore è stato nominato a settembre scorso, Carlo Cacciamani, fisico per anni direttore del Servizio Idro-Meteo-Clima dell’Arpa. Lui stesso, visti i tempi della burocrazia aveva stimato che ci sarebbe voluto un anno perché diventasse operativa. Oltre che con le colpe più prossime, conclude Pasini, «tutto è collegato con il cambiamento climatico e con il rapporto con le risorse del pianeta. Non possiamo subirlo e rincorrerlo, o ci sarà un’emergenza sempre più grande».

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