Un verdetto della Corte di Assise d'Appello di Milano, che ribalta completamente la sentenza di primo grado, manda assolto «per non aver commesso il fatto» Vitaly Markiv, l'ex soldato della guardia nazionale ucraina che era stato condannato a 24 anni di carcere nel 2019 per l'omicidio del fotoreporter italiano Andy Rocchelli. Quest'ultimo era stato ucciso da colpi di mortaio il 24 maggio 2014 mentre stava realizzando un reportage nel Donbass, zona dell'Ucraina occupata dai separatisti filorussi.

Markiv, prima arrestato e poi giudicato in Italia perchè cittadino italo-ucraino, sarà immediatamente scarcerato dopo aver trascorso circa tre anni e mezzo nel carcere di Opera, alle porte di Milano. Il sostituto procuratore generale Nunzia Ciaravolo aveva chiesto la conferma della condanna del Tribunale di Pavia per concorso in omicidio volontario, difendendosi anche dalla accuse di voler fare geopolitica attraverso la giustizia: «In questo processo non si fa politica, non si prende posizione per lo stato ucraino o per i separatisti ma qui si esamina soltanto un reato e la sua responsabilità. Qui si analizzano fatti e responsabilità e nient'altro».

Le motivazioni saranno depositate tra 90 giorni. La corte milanese, presieduta da Giovanna Ichino, ha invece ritenuto più importanti le argomentazioni del collegio difensivo, composto tra gli altri dall’avvocato Raffaele della Valle, già difensore di Enzo Tortora e tra i fondatori di Forza Italia, di cui  è stato anche deputato. 

La prima reazione a caldo è quella della madre di Markiv, Oksana Maksymchuk: «Mi sento felice perchè finalmente lo portiamo a casa. Ho sempre creduto che i giudici avrebbero preso la decisione giusta e finalmente è venuta fuori la verità, ossia che mio figlio è innocente. Mi dispiace per il figlio di Rocchelli. Da noi c'è guerra e soffriamo. E' un paese che soffre con tante vittime e tanti feriti. Però se uno è innocente non deve pagare per quello che non ha fatto. Sono anche contenta che ci siano giudici che guardano i fatti e non alle ipotesi. I fatti sono la cosa più importante. Ringrazio anche lo stato ucraino che fino all'ultimo ci ha aiutato e sostenuto».

Laconiche le dichiarazioni della madre di Andy, Elisa Signori: «Attendiamo di leggere le motivazioni della sentenza ma continuiamo a pensare che la ricostruzione fatta dalla procura di Pavia durante le indagini, e anche confermata dalla procura generale di Milano, sia quella giusta. A tutti loro, e anche ai nostri avvocati, va la nostra riconoscenza».

All'udienza era presente anche il ministro dell'Interno ucraino Arsen Avakov, che è rimasto fino alla sentenza che è giunta in tarda serata. Presenza inconsueta in un'aula di giustizia, Avakov ha voluto commentare il verdetto della corte: «Io andrò a prenderlo e poi torniamo insieme in Ucraina», ha detto, precisando che «l'Ucraina continuerà a partecipare a tutti gli altri processi se ci saranno, come ad esempio quello in Cassazione. Voglio comunque fare i miei complimenti al sistema giudiziario italiano, anche per la decisione che è stata presa dalla corte di Appello. Anche noi vogliamo sapere tutti i dettagli sulla morte di Andy Rocchelli e sono sicuro che tutti noi sapremo la verità. Tutta l'Ucraina sta seguendo questo caso e da noi sono tutti contenti».

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