L’impresa Nurovi di Gela e i suoi emissari pagavano mazzette per ottenere lavori dai funzionari del genio civile di Catania. Un’impresa che sarebbe stata segnalata anche da Pippo Li Volti, coordinatore della segreteria dell’assessore regionale all’urbanistica Marco Falcone, entrambi non indagati.

Secondo l’accusa, i pubblici ufficiali del genio civile hanno elaborato falsi documenti e turbato la regolarità delle gare per favorire l’azienda.

La guardia di finanza di Catania ha arrestato cinque persone; quattro sono finite in carcere, una ai domiciliari. Per un’altra è scattato il divieto di esercizio del ruolo di amministratore delegato. Lo spaccato che emerge dagli appostamenti, intercettazioni degli inquirenti è di un ufficio, quello del genio civile, al soldo di quelli che la procura ritiene i corruttori.

Gli appalti contestati riguardano lavori stradali che finivano tutti alla società Nurovi anche quando ufficialmente vinceva, per il principio della rotazione, un’altra azienda. L’inchiesta aveva avuto, nel giugno scorso, una prima fase con la perquisizione degli uffici del genio civile e anche degli odierni indagati che erano stati trasferiti. 

In carcere è finito l’ingegnere Natale Zuccarello, il responsabile, fino a pochi mesi fa, del genio civile di Catania, così come il suo collega Saverio Verde, responsabile unico del procedimento dei lavori di somma urgenza.

In carcere anche Nunzio Adesini, dipendente e genero del legale rappresentante di Nurovi srl e Rocco Mondello (figlio del legale rappresentante Emanuele Mondello). Seguire la genesi di un affidamento spiega come si trucca una gara.

La gara con il trucco

A dicembre scorso vengono affidati i lavori per la riparazione di una strada sul territorio di Aci Catena alla ditta Nurovi per un valore di 260mila euro, ma il tutto viene deciso sulla base di un falso verbale redatto da Simone Verde.

Nel verbale inventato veniva aggravata la situazione delle condizioni dell’area in modo da giustificare la somma urgenza, ma il funzionario non si era mai recato sulla collina per valutare la gravità del dissesto.

Ma anche quando, viste le prescrizioni dell’autorità nazionale anticorruzione, si procedeva con la gara a inviti la ditta vincitrice, la Caec, faceva eseguire i lavori alla Nurovi in modo da aggirare il principio di rotazione che avrebbe impedito all’azienda di partecipare autonomamente.

In cambio Mondello e Adesini versano 5mila euro a Zuccarello e ne promettevano altri 25mila e 2.500 euro per Verde. Per aggirare la rotazione servivano altri complici, il funzionario Ignazio Carbonaro, ma anche Sebastiano Caggia, il titolare di Caec, destinatario di un provvedimento di interdizione.

In pratica viene falsificato il verbale di selezione degli operatori economici così da neutralizzare il principio di rotazione e favorire comunque Nurovi che non partecipa alla gara, ma la vince consorziandosi con Caec, assegnataria dei lavori.

L’estrazione a sorte dell’elenco delle ditte era falso, veniva concordato con i responsabili di Nurovi. I rapporti tra Adesini e Zuccarello risalgono al 2018 quando c’era da assegnare un lavoro da parte dell’autorità portuale di Catania e l’ingegnere era presidente della commissione di gara.

«Voglio dire per quanto riguarda il porto dico…hai ricevuto quello che ti toccava giusto?», dice Adesini a Zuccarello il quale risponde negativamente, mostra il cellulare all’interlocutore e precisa di aver ricevuto solo una parte della cifra pattuita. «Solo questo ti ha dato?», chiede Adesini e Zuccarello risponde di sì.

Nurovi da Crocetta a Falcone

Proprio Domani, nei giorni scorsi, si era occupato del passato della società Nurovi, oggetto di perquisizione nel giugno scorso. La società ha finanziato, tutto regolarmente registrato, in passato il movimento di Rosario Crocetta poi eletto presidente della regione Sicilia.

L’azienda viene citata nelle carte dell’indagine che ha portato al processo e alla condanna di Antonello Montante, il cavaliere dell’antimafia, che ha rimediato 14 anni per associazione a delinquere in primo grado. Ma i rapporti con la politica per Nurovi non sono finiti.

L’assessore Marco Falcone, non indagato, a Domani aveva allontanato ogni sospetto di rapporti e ombre anche sul suo staff, ma quello che emerge dalle intercettazioni è altro. L’ingegnere Zuccarello scrive ad Adesini della Nurovi il 29 dicembre 2020 e chiama in causa Giuseppe Li Volti, coordinatore della segreteria dell’assessore Marco Falcone.

Sarebbe stato Li Volti a intervenire su Zuccarello perché venissero affidati nuovi lavori all’impresa. La guardia di finanza, attraverso le intercettazioni, conferma che la segnalazione «per avvantaggiare Nurovi fosse stata consequenziale anche a una segnalazione proveniente da Pino Li Volti», scrive il giudice Santino Mirabella. 

Prima e dopo l’incontro tra Adesini della Nurovi e Zuccarello del genio civile, l’ingegnere si sente con Pippo Li Volti. «Mi dovete fare una statua», dice Zuccarello a Li Volti che risponde «ma voi come pagamenti avete fatto tutto? (…)».

Il giudice scrive: «Quanto emerge appare tristemente chiaro delle modalità deviate con la quale viene gestita la pubblica amministrazione». Gli inquirenti ritengono che la segnalazione di Li Volti abbia indotto Zuccarello ad assegnare ulteriori lavori a Nurovi.

Proprio il 29 dicembre infatti vengono assegnati i lavori di somma urgenza per il consolidamento di lavori stradali all’impresa.

I finanziari sequestrano i documenti della gara, il ribasso d’asta del 10 per cento corrisponde a quello concordato tra Adesini dell’azienda Nurovi e l’ingegnere Zuccarello nell’incontro all’hotel Excelsior di Catania. I lavori ad Aci Catena vengono inaugurati, il 4 gennaio di quest’anno, alla presenza anche dell’assessore Marco Falcone.

Il passaggio di soldi

Poche settimane dopo l’avvio dei lavori avviene lo scambio corruttivo negli uffici del genio civile. «Ne ho portati 5…porto venticinque…va bene così?», dice Adesini e Zuccarello risponde affermativamente e si dice soddisfatto. Il giudice ritiene che il riferimento sia evidente: parlano di mazzette.

«Che si parli di soldi, oltre la logica (mancano spiegazioni alternative: venticinquemila cosa? Pasticcini?), viene supportato anche dal fatto che la dazione era in piena coerenza con quanto già in precedenza visto per lavoro affidato dall’autorità portuale catanese, nonché da documentazione che evidenzia la intenzione di Adesini e Mondello di procurare somme in contanti da destinare a Zuccarello e Verde».

Gli inquirenti trovano un manoscritto che Adesini invia a Mondello, figlio del legale rappresentante di Nurovi srl. «10 mila a Nat. Zuc., 2500 a Sav.Verd». Poi altre cifre per un totale di 63.800 euro, effettivamente movimentati sui conti dell’azienda con la causale: pagamento stipendi. Per il giudice Natale Zuccarello era a disposizione di Nurovi non in modo occasionale ed elenca altri affidamenti “aggiustati”.

In un’altra occasione Nunzio Adesini provvedeva a consegnare al genio civile una lista di ditte da invitare, alla fine avrebbe vinto la Caec, che avrebbe girato i lavori sempre alla Nurovi. Il giudice parla di «insensibilità verso le regole e il vivere onesto, la facilità da una parte di corrompere e dall’altra di essere corrotti».

Un sistema che ha come vittime la collettività, la pubblica amministrazione e gli imprenditori onesti. Uno di loro aveva raccontato a Domani la difficoltà di vincere la gara: «Ci chiamano i tinti (i cattivi) perché non paghiamo mazzette». 

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