A novembre dovrebbe essere firmato un accordo di pace tra Armenia e Azerbaigian. Lo ha detto il primo ministro armeno Nikol Pashinyan in un discorso al Forum sulla Nuova via della seta a Tbilisi, in Georgia. 

«Abbiamo anche raggiunto un accordo secondo cui Armenia e Azerbaigian delimiteranno i confini sulla base della Dichiarazione di Alma-Ata del 1991», ha spiegato Pashinyan. I protocolli a cui si riferisce sono quelli con cui Armenia e Azerbaigian erano entrati nella Comunità degli stati indipendenti in seguito alla dissoluzione dell’Urss.

Precedentemente, un incontro fissato a Bruxelles per la fine di ottobre tra lo stesso Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev era stato cancellato. L’agenzia Interfax ha scritto che l’Unione europea stava cercando di organizzare un altro colloquio, e che l’annullamento era dovuto all’impossibilità di Baku di prendere parte. 

«Ovviamente, il presidente azero non ha trovato il tempo. Siamo pronti a partecipare. Nella speranza che sia il tempo il vero problema e si possa trovare una nuova data», ha detto in una conferenza stampa ieri il ministro degli Esteri armeno Ararat Mirzoyan.

Il Nagorno-Karabakh

È passato un mese da quando un attacco azero nella regione contesa del Nagorno-Karabakh ha riacceso le tensioni tra i due stati, che insieme alla Russia avevano raggiunto un accordo trilaterale nel 2020. L’operazione militare si è conclusa con un cessate il fuoco, e i separatisti filoarmeni hanno consegnati le armi.

Gli armeni che risiedevano nella regione si sono, per la quasi totalità della popolazione, rifugiati in Armenia. Poco dopo, è arrivato l’annuncio del presidente dell’autoproclamata Repubblica di Artsakh, che dichiarava la dissoluzione dell’enclave armena a partire dal 1 gennaio.

Reuters ha riportato anche che l’Azerbaigian avrebbe rinunciato ad aprire un corridoio, sul territorio armeno, che collegasse il paese alla regione azera del Nakhichevan, e che starebbe invece valutando di rivolgersi all’Iran per assicurarsi un passaggio via terra lungo il confine dello stato con Armenia e Azerbaigian.

Anche Politico scrive che Hikmet Hajiyev, tra i più stretti collaboratori di Aliyev in tema di politica estera, ha detto che l’Azerbaigian non ha più interesse nel cosiddetto “corridoio Zangezur”. Nei giorni precedenti, la Francia aveva detto che avrebbe inviato dell’attrezzattura militare all’Armenia per difendersi, nel caso l’Azerbaigian avesse attaccato il paese.

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