Le forze dell’ordine sono entrate nello stabile di corso Regina Margherita 47 e in abitazioni di alcuni militanti del centro sociale e dei collettivi studenteschi. Lo Russo: «Patto cessato». L’operazione sarebbe collegata all’inchiesta sugli attacchi alle Ogr, a Leonardo e alla sede del quotidiano La Stampa, che sono avvenuti durante le manifestazioni degli ultimi mesi a sostegno della Palestina
Torino – Il centro sociale Askatasuna di Torino è stato sequestrato e sgomberato questa mattina dalla Digos. È stato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a confermare quello che è avvenuto allo stabile occupato dal 1996: «Sgomberato – ha scritto sui social – Dallo Stato un segnale chiaro: non ci deve essere spazio per la violenza nel nostro paese».
È da questa mattina alle 5:30 che vanno avanti le operazioni delle forze dell’ordine, con decine e decine di agenti, che ora sono impegnati a tenere lontano gli attivisti che qui si sono radunati: «Askatasuna non si tocca la difenderemo con la lotta», urlano, annunciando un corteo per le 18.00, proprio davanti allo stabile occupato.
All’interno dell’edificio sono state trovate sei persone. Allo stesso tempo anche le case di alcuni attivisti sono state perquisite.
Otto decreti di perquisizione, tra cui il centro sociale. È il bilancio dell’operazione di polizia giudiziaria e che vede decine di indagati nell’ambito dell’inchiesta sugli ultimi eventi legati alle manifestazioni sulla Palestina. I reati contestati sono imbrattamento, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e invasione di edifici.
«Cessato il patto»
Prima la luce e poi l’acqua e infine il gas anche con l’entrata dei Vigili del fuoco. Poi la conferma è arrivata da Roma: non era una semplice perquisizione, ma la fine di uno dei centri sociali più importanti d’Italia presente tra da tre decenni sul territorio torinese, un punto di riferimento importante per il quartiere Vanchiglia.
Anche il sindaco Lo Russo, visti gli ultimi eventi, ha dovuto annunciare che è venuto meno il patto, tra il comune di Torino e il centro sociale, per la trasformazione di quest’ultimo in un bene comune. Nell’ambito delle «attività presso l’immobile di corso Regina Margherita 47», ha detto il primo cittadino, «la Prefettura di Torino ha comunicato alla città l’accertamento della violazione delle prescrizioni relative all’interdizione all’accesso ai locali». Una situazione, ha continuato, che «configura un mancato rispetto delle condizioni del patto di collaborazione che pertanto è cessato, come comunicato ai proponenti».
L’operazione
Fonti interne alle forze dell’ordine fanno sapere che la perquisizione è legata ad alcune azioni che si sono svolte durante le manifestazioni per la Palestina e che hanno visto protagonisti gruppi legati ad Askatasuna e attivisti cosiddetti antagonisti. In particolare si tratta dell’assalto alle Ogr, di quello agli uffici della Leonardo durante lo sciopero generale e di quello alla redazione della Stampa anch’esso durante lo sciopero generale.
A far pensare che non si trattasse soltanto di una operazione di polizia e di controllo è stato il blocco di una delle principali arterie della città, cioè corso Regina Margherita, su cui si trova l’entrata del centro sociale. Un asilo nido che condivide il cortile con quello di Askatasuna è stato chiuso tra le proteste dei genitori e l’intera viabilità è stata modificata, trasporto pubblico compreso.
Le reazioni della politica
Tra gli esponenti del governo, oltre al Ministro dell’Interno Piantedosi, il primo a commentare è Matteo Salvini che, su X. scrive: «Fuori!». Lo sgombero è stato accolto con favore anche dal presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio: «L'operazione in corso da questa mattina su Askatasuna conferma ciò che, anche come Regione, sosteniamo da tempo, ovvero che questo centro sociale rappresenta una realtà che si pone al di fuori del rispetto delle regole e del perimetro della convivenza democratica». Sempre sui social arrivato anche il commento di Augusta Montaruli, vice capogruppo alla Camera di Fratelli d'Italia che aveva chiesto lo sgombero dello stabile: «Siamo orgogliosi di essere andati fino in fondo senza farci intimorire e cedere al racconto della sinistra, in primis del Sindaco di Torino.
Andiamo e andremo avanti su questa strada». Di segno opposto il commento di Marco Grimaldi che parla di «un’operazione di spettacolarizzazione della forza che nessuna istituzione dovrebbe avallare». Per il vicecapogruppo di Avs alla Camera è in atto un «laboratorio repressione del governo» e, ha aggiunto «solidarietà, cultura e dissenso non si sgomberano con la forza».
Gli attivisti dell’Askatasuna
«Ci sembra una chiara indicazione del governo Meloni per fermare quelle che sono state le lotte per la Palestina di questi mesi, con cortei oceanici in tutta Italia», ha detto Stefano, uno dei portavoce del centro sociale. «Quello che vediamo è un atteggiamento ovviamente muscolare da parte delle forze dell'ordine e ci sembra chiaro che anche il sindaco Lo Russo, ovviamente cedendo di fronte a delle volontà fasciste del governo, voglia chiudere esperienze come quelle del centro sociale Askatasuna, una presenza ormai quasi trentennale nel quartiere Vanchiglia e a Torino». Davanti allo stabile continua il presidio permanente indetto dagli attivisti: «Possono muovere tutti, l'esercito, la questura, tutti quanti, ma non retrocederemo di un passo - dicono al microfono - Questo è un attacco, ma non un attacco all'Askatasuna, è un attacco a tutto il movimento per la Palestina. Pensano di dividerci in buoni e cattivi, ma questi anni, queste lotte, hanno dimostrato che non è così».
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