Il prossimo martedì 31 ottobre, Assaeroporti terrà un convegno al Cnel: “Aeroporti: infrastrutture strategiche per lo sviluppo del paese”. Il tema è tutt’altro che marginale visto l’impatto che il settore ha sul sistema economico italiano. Detto con le parole del presidente di Assaeroporti, Carlo Borgomeo, «il settore aeroportuale italiano genera un valore della produzione che supera i 57 miliardi di euro, con un effetto moltiplicatore finale pari a 3,2. In pratica, per ogni euro investito nel comparto si generano complessivamente 3,2 euro».

Per questo è importante che se ne parli. Ma lo è altrettanto, se non di più, il come se ne parla. Così non può passare in secondo piano il fatto che tra i diciannove relatori previsti, non ci sia una donna. Tutti uomini. O #tuttimaschi per riprendere un popolare hashtag. Il fatto, già di per sé increscioso, ha dei tratti paradossali se si considera che solo qualche giorni fa la vicepresidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura di Confindustria, Katia Da Ros, ha ufficializzato nell’ingresso della confederazione nazionale nell’iniziativa No Women No Panel-Senza donne non se ne parla.

L’iniziativa

Si tratta di una campagna nata nel 2018 in seno alla Commissione europea, e introdotta in Italia dalla Rai, per promuovere una partecipazione bilanciata e plurale di donne e uomini negli eventi di comunicazione. Confindustria è la prima associazione di imprese a diventare partner dell’iniziativa.

«Confindustria supporta pienamente il principio, il valore e la cultura della parità di genere, intesa anche come partecipazione plurale e paritaria al dibattito pubblico – ha detto Da Ros a margine della cerimonia della firma del memorandum – e con grande senso di responsabilità confermo l’impegno e la determinazione di Confindustria, a lavorare insieme per cercare di superare il gender gap e costruire una società più giusta e inclusiva».

L’intento è ammirevole perché, come ha ricordato la stessa vicepresidente, «una cultura di genere paritaria rappresenta una delle leve competitive indispensabili per lo sviluppo del paese». E sarebbe ancora più ammirevole se tutto il sistema Confindustria decidesse di mettere in pratica i suggerimenti del memorandum.

Le aspirazioni della Rai

Durante la cerimonia della firma la presidente Rai, Marinella Soldi, ha lodato l’ingresso di Confindustria nella rete di No Women No Panel: «Dopo le istituzioni politiche e culturali, aderisce il mondo delle imprese, dove nel lavoro quotidiano si sperimentano i vantaggi anche competitivi di una partecipazione sempre più paritaria di uomini e donne».

Soldi ha anche aggiunto «Sono certa che le imprenditrici e i manager di Confindustria rappresentino dei role model d’eccezione, simboli evidenti che le ragazze possono aspirare a ricoprire ogni ruolo, con impegno e merito».

Il sistema associativo

I rosei scenari dipinti da Soldi, però, al momento sembrano un’utopia. E l’evento di martedì, organizzato da Assaeroporti, ne è una prova evidente. Assaeroporti, infatti, è un’ importante associazione confederata di Confindustria, una delle 220 che fanno parte del sistema nazionale.

Come ha spiegato a Domani l’ufficio stampa di Viale dell’Astronomia, «la firma di Da Ros impegna solamente la holding nazionale e non tutto il sistema associativo della confederazione. Il Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) raccoglierà i dati e ogni anno produrrà un report sull’equilibrio di genere».

Insomma le 220 associazioni non sono obbligate ad aderire, anche se questo evidenzia uno scollamento tra il livello nazionale e quello associativo. In ogni caso quello che arriva da Assaeroporti resta un brutto segnale.

Tanto più che uno degli argomenti del panel sarà “trasporto aereo: leva per la crescita del paese”. Cioè quello stesso «sviluppo» a cui aveva fatto riferimento Da Ros e che, per essere tale, necessita di «una cultura di genere paritaria».

L’ufficio stampa di Confindustria ammette che, pur auspicando che tutti seguano le indicazioni nazionali, «essendo ancora in una fase embrionale del percorso, non c’è alcuna azione concreta in cantiere che convinca le associazioni ad aderire anch’esse al memorandum». L’unica cosa prevista è naturalmente la comunicazione della firma a tutte le 220 realtà, ma poi basta almeno per ora.

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